Cronaca / Lecco città
Giovedì 15 Settembre 2022
Olivia Ratti (+Europa): «Diritti civili importanti, ma anche pensare a come pagare le bollette»
Ca ndidata di +Europa con Emma Bonino. Una vita con i Radicali. Per trent’anni ha lavorato al Parlamento Europeo
Olivia Ratti, 71 anni, lecchese, ha passato praticamente tutta la vita insieme ai Radicali, lottando per i diritti civili prima insieme a Marco Pannella e Marco Taradash e oggi accanto a Emma Bonino. Si candida con “Più Europa”, con Emma Bonino, come capolista alla Camera nel Collegio Lombardia 2 Lecco-Como-Sondrio e alcuni paesi della bergamasca.
È seconda in Lombardia 3 a Bergamo e terza in Lombardia 3 a Brescia, sempre collegi plurinominali per la Camera di “Più Europa”. Per trent’anni ha lavorato al Parlamento Europeo, sia politicamente che amministrativamente (ha terminato nel 2016 come direttore delle risorse umane). Per cui quando parla di “Più Europa” sa quello di cui si parla.
Ratti, la preoccupano i venti conservatori che soffiano in Italia come in Europa? O la Meloni e il centrodestra non sono un problema, in tal senso?
Sono molto preoccupata perché avendo lavorato trent’anni nelle istituzioni europee conosco bene l’aria che tira a Bruxelles e so bene che la nostra destra italiana è alleata con persone, gruppi, partiti, che hanno sempre osteggiato qualunque avanzata dell’Unione Europea.
Per esempio hanno votato contro il Pnrr: 200 miliardi in cinque anni per favorire progetti di sviluppo in Italia. Con Draghi eravamo riusciti a tornare tra i paesi che contano, ma ora mi sa, che se le cose andranno come dicono i sondaggi, torneremo a essere un Paese di serie non A, ma nemmeno B.
Lei era in Parlamento Europeo già nel 1986. Eppure la Ue sembra non riuscire a penetrare nelle scelte concrete dei paesi membri, se non per chiedere fondi. La si deve riformare?
L’Europa si deve riformare nel senso di darle più potere. Chi ha votato contro il Pnrr, ora critica l’Europa perché non fa abbastanza. Ma l’Europa deve agire in base ai trattati esistenti. Dobbiamo cambiare per esempio la regola dell’unanimità: sulle sanzioni alla Russia, siamo andati molto lunghi attendendo che tutti fossero d’accordo.
L’Europa va migliorata e resa più democratica. Se lo faremo, non sarà Europa matrigna, ma aiuterà i suoi cittadini come successo con il Covid. Cosa sarebbe potuto accadere senza Europa durante la pandemia?
Intanto nessuno in questa campagna elettorale che si svolge mentre la guerra è in Europa, parla di politica estera. Se non per dire siamo pro o contro la Nato. È giusto?
Siamo in Europa e parte della politica estera viene fatta anche dall’Europa. La politica estera si è ridotta purtroppo a discutere del prezzo del gas. Invece proponiamo che vengano dati più poteri all’Unione Europea anche in tema istituzionale, perché solo così si potrà essere più forti all’esterno. Siamo per gli Stati Uniti d’Europa non per l’Europa delle piccole patrie.
Gli Stati Uniti d’Europa risolveranno molti dei problemi con i nostri vicini.
Se le dicessero che solo un punto del suo programma può essere realizzato, quale sceglierebbe?
Per adesso l’urgenza è attuare in modo corretto il Pnrr. Perché sono soldi che arriveranno in Italia e serviranno all’Italia per essere sempre più in Europa. I soldi devono essere usati per quello che è indicato nel Pnrr… e non per calmierare le bollette, piuttosto che per altre misure di spesa corrente. Sono soldi utilizzabili per i progetti nella scuola, nella sanità, nelle infrastrutture…
Trova opportuno parlare di diritti civili, quando la gente non riesce a pagare le bollette e rischia dunque di non ascoltare?
Sì e no. È giusto parlare di diritti civili. L’anno scorso abbiamo raccolto le firme per la legalizzazione dell’eutanasia e non abbiamo mai avuto tanta facilità nel raccoglierle.
E le donne che non riescono ad abortire in Lombardia in maniera sicura e sono costrette ad andare in altre regioni? E le coppie omosessuali o i single che vogliono adottare i bambini? Sono importanti anche questi temi.
Ma bisogna anche risolvere il problema delle bollette. E insistere in Europa perché sia posto un tetto al prezzo del gas. Una cosa non esclude l’altra.
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