Cronaca / Lecco città
Lunedì 25 Aprile 2016
Obiezione di coscienza
Gli otto mesi di galera
di Alberto Anghileri
Il consigliere comunale di “Cambia Lecco”
nel 1972 rifiutò il servizio militare e finì a Peschiera
Trentotto anni fa, il 23 aprile del 1974, Alberto Anghileri usciva dal carcere.
Ora, per chi conosce l’attuale consigliere comunale di “Con la sinistra cambia Lecco”, la notizia può sembrare strana, ma è tutto vero, solo che in prigione Alberto Anghileri era finito semplicemente per essersi rifiutato di svolgere il servizio militare.
«Motivi politici»
Nel 1973, in Italia, succedeva anche questo, si poteva essere incarcerati per obiezione di coscienza. «Avevo ricevuto la fatidica cartolina nel settembre del 1972 – ci dice Alberto Anghileri – e mi sarei dovuto presentare a Trieste per svolgere il servizio militare. Scrissi allora alle autorità competenti, dichiarando che non mi sarei presentato perché obiettore di coscienza per motivi politici. Fu così che l’8 novembre di quell’anno i carabinieri vennero a casa mia, ad Olate, mi arrestarono e mi mandarono nel carcere di Peschiera. Ricordo che i miei genitori, che non si erano mai occupati di politica, raccolsero un sacco di firme, dichiarando che ero un bravo ragazzo, ma non ci fu niente da fare».
L’articolo su La Provincia di Lecco del 25 aprile
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