Cronaca / Lecco città
Giovedì 13 Ottobre 2016
Nuova crisi russa
Giù l’export lecchese
In sei mesi 23,3 milioni di merci (-27%), molto coinvolte le micro e piccole imprese locali
Per gli scambi commerciali sia delle più grandi imprese nazionali sia delle piccole industrie lecchesi, che guardano con preoccupazione ma senza crederci fino in fondo ai nuovi venti di guerra che viaggiano sull’onda della destabilizzazione mediorientale.
Da un lato i ripetuti richiami da parte russa all’imminenza di una terza guerra mondiale, che vanno avanti da mesi sul filo degli scontri geopolitici coi Paesi Nato, Usa e Francia in primis, dall’altro il mondo parallelo delle industrie che nella Federazione Russa continuano a vedere, dal metalmeccanico all’impiantistica, all’arredo un mercato di sbocco primario su cui si scontano le conseguenze della crisi economica interna, della svalutazione del Rublo, delle sanzioni europee imposte alla Russia e delle controsanzioni di Mosca, primo fornitore di energia per l’Italia e per l’Ue a 28.
Di recente a tirare le fila del peso del mercato russo nel business delle piccole e medie industrie è stato l’ufficio studi di Confartigianato, che ha riassunto i numeri di un business che ad agosto a livello nazionale ha sfiorato i 7 miliardi di euro ma con l’aggiunta di un nuovo calo dell’11,5% rispetto allo stesso mese del 2015. Pesante il calo anche negli ultimi 3 anni, col -36,2%, pari a 3,8 miliardi di euro.
Numeri che, fatte le debite proporzioni, pesano anche sulle aziende lecchesi, dove nei 12 mesi compresi fra il secondo trimestre 2015 e il primo del 2016 l’export delle micro e piccole imprese locali verso la Federazione Russa è stato pari a 16,5 milioni di euro, dato che pone Lecco al 39mo posto nazionale.
Per quanto riguarda invece la dinamica dell’export manifatturiero verso la Federazione Russa nel primo semestre del 2016 Lecco ha esportato merci per 23,5 milioni di euro. con un calo del 27,4% rispetto al primo semestre 2015. Sul totale, 10 milioni di euro hanno riguardato l’export di aziende appartenenti a 9 settori a più alta concentrazione di micro e piccole industrie, e in questo caso il dato segna un aumento del 51,8% rispetto al primo semestre dell’anno scorso.
Al primo semestre di quest’anno le esportazioni nei diversi settori delle piccole imprese si concentrano quasi all’80% in cinque regioni: la Lombardia (22,6%), l’Emilia Romagna (19,1%), il Veneto (18,6%), le Marche (10%) e la Toscana (8,2%). Tutte regioni che segnano un calo di esportazioni in Russia, col dato peggiore nelle Marche (-17,9%), seguita dalla Lombardia (-13,6%), dalla Toscana (-8%), dall’Emilia Romagna (-5,5%) e dal Veneto (-2,7%).
Lecco non è tra le prime 20 province italiane per quota di export nella Federazione Russa. Fra queste tuttavia solo sei sono in crescita, mentre fra le restanti 14 che segnano le dinamiche peggiori ci sono, confinanti con Lecco, le esportazioni di Monza e Brianza (-32,1%) e di Como (-12%).
A tutt’oggi sono in tutto 343 le imprese a controllo italiano che operano nella Federazione Russa per un totale di circa 35.000 addetti, con una dimensione media di 110 dipendenti, un fatturato complessivo di 4,8 miliardi di euro ed esportazioni di merci e servizi per 691 milioni di euro.
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