
Nascite in crescita a Lecco e Sondrio:
«Una rondine non fa primavera»
Lecco
Arrivano piccoli segnali positivi per Lecco e Sondrio: secondo l’ultimo rapporto ISTAT, nel 2024 sono nati 2.000 bambini in provincia di Lecco e 1.100 in quella di Sondrio, con un aumento rispettivamente dello 0,5% e dell’1,3% rispetto all’anno precedente.
Una buona notizia? Sì, ma con cautela.
Secondo Francesca Luppi, demografa dell’Università Cattolica di Milano, questa lieve crescita non basta per parlare di inversione di tendenza. “Si tratta di un rimbalzo dopo un periodo difficile. Ma i numeri restano bassi e non ci sono segnali di un vero cambiamento nel breve termine”, spiega.
Infatti, tra il 2022 e il 2023, Lecco e Sondrio erano state tra le province dove era calato di più il numero medio di figli per donna. Nel 2024, però, questo indicatore è risalito: 1,22 figli per donna a Lecco e 1,27 a Sondrio, valori superiori alla media nazionale di 1,18.
Un’Italia sempre più senza bambini
Guardando al resto del Paese, lo scenario resta preoccupante: nel 2024 in Italia sono nati solo 370.000 bambini, il numero più basso da quando esiste il nostro Stato. Il calo è particolarmente evidente al Sud: in Sardegna, la media è scesa a 0,91 figli per donna. Ma anche alcune aree storicamente “virtuose” come la provincia autonoma di Trento hanno visto una flessione.
Una popolazione sempre più anziana
Alla diminuzione delle nascite si affianca un progressivo invecchiamento della popolazione.
Nelle province di Lecco e Sondrio, oltre un quarto degli abitanti ha più di 65 anni, mentre i ragazzi sotto i 14 anni sono appena il 12%. L’età media ha superato i 47 anni.
C’è però un dato positivo: la speranza di vita nel lecchese è tra le più alte in Italia, con 83,4 anni per gli uomini e 86,5 per le donne.
«Stanno entrando tra gli over 65 le generazioni nate durante il baby boom – spiega ancora Luppi – e questo accentuerà l’invecchiamento nei prossimi anni».
Giovani in fuga, città che invecchiano
Il futuro demografico dipende anche da un altro fenomeno: l’emigrazione dei giovani.
Le aree interne e montane, come quelle di Lecco e Sondrio, perdono residenti giovani, che si trasferiscono altrove per studio o lavoro. Questo accelera l’invecchiamento. Un esempio opposto è Milano: qui le nascite sono in calo del 2,3%, ma la popolazione cresce comunque dello 0,7% grazie all’arrivo di giovani. L’età media resta più bassa, intorno ai 46 anni. Anche le grandi città faticano a trattenere i giovani a lungo. Nel 2024, ben 191.000 neolaureati italiani sono andati all’estero.
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