Cronaca / Lecco città
Lunedì 25 Aprile 2016
«Mutui, la nuova legge
serve a poco»
Se non si pagano 18 rate mensili la casa può essere venduta dalla banca senza l’intervento del giudice. Le agenzie immobiliari: «Non aiuterà il mercato»
Se non si paga il mutuo per 18 rate mensili si perde la casa e la banca procede a venderla direttamente, saltando tutto l’iter delle aste giudiziarie, ma in ciò non c’è nulla di automatico e i vecchi mutui sono esclusi.
È una delle nuove norme inserite nel decreto in tema di nuove regole dei rapporti fra banche e clienti, ma la novità, che solo in parte recepisce quanto “ci chiede l’Europa” per far quadrare i conti delle banche, va regolata caso per caso fra le due parti con apposita clausola inserita nei nuovi contratti di mutuo.
Restano dunque esclusi i mutui già in essere, le surroghe e anche il nuovo leasing immobiliare visto che su quest’ultimo non c’è ipoteca.
Troppi “se” condizionano l’applicazione della norma, dunque, per una novità che secondo gli immobiliaristi servirà poco a far rientrare più in fretta le banche dai loro crediti («il mercato è quello che è per tutti», ci dicono in Fimaa Lecco). Scetticismo anche da parte bancaria, dove la Bcc Alta Brianza ci spiega perché la novità avrà poca presa.
«Diciotto mesi - ci dice il direttore generale della Bcc Alta Brianza Ernesto Mauri - sono un tempo troppo lungo per affrontare i ritardi nei mutui. Noi siamo più brevi, se un cliente non paga al massimo 6-7 rate ci muoviamo e apriamo il dialogo». E ci spiega perché, per più ragioni, non si può aspettare un anno e mezzo, facendo la differenza fra mutui per prima casa e mutui ad aziende.
«Già dopo 2-3 rate mensili non pagate - afferma Mauri - noi chiamiamo il cliente per capire i motivi del ritardo e proporre una proroga, una moratoria nel caso la ragione sia la perdita del posto di lavoro. Diciotto rate comportano un tempo troppo lungo per noi, nonostante le agevolazioni che ciò include, fra cui la possibilità di vendere direttamente evitando l’iter giudiziario».
Più delle agevolazioni dunque incidono ragioni aziendali e i richiami della vigilanza: «La Banca d’Italia - aggiunge Mauri - non ci permetterebbe di rimanere fermi con 18 mesi di rate non pagate. Dopo 2-3 rate ci chiede già di inserire le pratiche nelle ’inadempienze probabili’ e dopo 6 rate dobbiamo agire per forza sul cliente. Anche perché se si tratta di un privato con mutuo per prima casa, su cui c’è ipoteca, bene; ma se il cliente è un’azienda in difficoltà è anche possibile che dopo 18 mesi quell’azienda non ci sia più e perderemmo tutto».
I privati, dice in fondo Mauri, danno pochi pensieri: «Sono pochissimi quelli che non pagano, anche perché sui ritardi per la prima casa salvo casi estremi ci sono possibilità di preammortamenti, pagamenti dei soli interessi o sospensione totale fino a un anno».
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