
Cronaca / Lecco città
Martedì 11 Febbraio 2025
Morti in Grignetta, sospese le ricerche per il maltempo
Lecco
I corpi senza vita di Cristian Mauri e Paolo Bellazzi - 48 anni entrambi, amici nella vita e colleghi sul lavoro - sono ancora nel Canalone Caimi, in Grignetta. Lì dove sono precipitati sabato mattina, con tutta probabilità mentre erano impegnati nella discesa a valle, dopo aver raggiunto la vetta. Troppo pericoloso, fino a ora, tentare il loro recupero. La grande quantità di neve caduta negli ultimi giorni ha reso impossibile per i soccorritori avvicinarsi al luogo dove si troverebbero le salme dei due amici brianzoli. Elevatissimo il rischio valanghe, pessime le condizioni meteo. I tecnici del Soccorso alpino, dei Vigili del fuoco e della Guardia di finanza, che per tutto il weekend e nella giornata di lunedì hanno sfidato la montagna per rintracciare i due alpinisti, che risultavano dispersi dal primo pomeriggio di sabato, ieri si sono dovuti arrendere. Come spiegato nel corso della conferenza stampa tenutasi nella sede del Soccorso alpino di Lecco, «Le operazioni sono sospese. Oggi non è stato possibile arrivare nel canalone, né via terra, né impiegando gli elicotteri».

Approfittando di brevi schiarite, sono stati nuovamente impiegati i droni, al fine di localizzare con precisione le salme. I soccorritori, infatti, hanno tenuto a chiarire che “al momento soltanto un corpo è stato individuato in maniera certa”.

La salma è stata dapprima localizzata grazie al segnale delle placchette “Recco”, presenti nell’abbigliamento tecnico, rilevato dall’apposita strumentazione utilizzata lunedì durante i sorvoli effettuati da un elicottero di Elitellina. Successivamente è stata individuata nella neve: si trova a circa tre quarti del canalone ed è quasi completamente coperta dalla neve. L’ipotesi è che il corpo del secondo alpinista si trovi poco distante, nel punto in cui è stato captato un secondo segnale “Recco”. Ma, come detto, non vi sono certezze. Quelle potranno arrivare solo quando i soccorritori riusciranno a raggiungere il canalone. Ogni azione futura, però, è legata alle condizioni meteo e quelle del manto nevoso. Secondo quanto ricostruito dai soccorritori, anche grazie al racconto dei famigliari dei due alpinisti, sabato scorso, Cristian e Paolo avrebbero raggiunto i Piani dei Resinelli di prima mattina, con l’intenzione di raggiungere i 2.184 metri della vetta. Obiettivo centrato poco prima delle 9.30: attorno a quell’ora, infatti, hanno inviato un messaggio a casa, con un selfie che li ritraeva insieme all’interno del bivacco Ferrario. La tragica caduta è avvenuta, quindi, durante la discesa. Forse a causa della visibilità ridotta, potrebbero aver smarrito la traccia, abbandonando la via sicura, finendo, così, nel canalone e compiendo un volo fatale di diverse centinaia di metri. Probabilmente, quando è scattato l’allarme per il mancato rientro, per loro non c’era già più nulla da fare. Non per questo i soccorritori hanno rinunciato a sperare e per tre giorni hanno tentato in ogni modo di individuarli e raggiungerli. Lo stop alle operazioni non è certo una rinuncia: uomini e mezzi sono pronti a tornare al lavoro non appena le condizioni meteo e del manto nevoso lo consentiranno.
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