Cronaca / Lecco città
Mercoledì 29 Novembre 2017
Ministero in tilt
per il “click day”
Portale bloccato e rinvio per il bando, Piazza: «Ci chiedono innovazione e poi ci mettono a disposizione strutture informatiche così scadenti»
L’appuntamento per partecipare al click day e assicurarsi i voucher per l’internazionalizzazione era fissato dal Mise-ministero per lo Sviluppo Economico, per ieri alle 10.
A quell’ora le pmi, potenziali beneficiarie dei contributi, erano pronte, in modo autonomo o assistite dalle associazioni d’impresa, davanti alle tastiere in una corsa contro il tempo perché si sa che, seppure il bando conceda sulla carta qualche giorno per l’invio delle domande, in realtà “vince” chi è più rapido a inserire in qualche secondo il codice assegnato dal Mise durante la fase istruttoria.
Ma è stato subito chiaro che qualcosa non andava: «Nello stesso momento in cui la piattaforma per l’invio delle domande inizia ad impallarsi con la classica rotellina che gira all’infinito – dice Marco Piazza, vicedirettore di Api Lecco e responsabile per l’associazione dell’ufficio estero gestito con Confartigianato – sul portale del Mise compare un annuncio di proroga al 4 dicembre per la presentazione delle domande».
Una “proroga” che è un rinvio, visto che si fissa il nuovo appuntamento con apertura dello sportello per lunedì prossimo (ore 12) e chiusura alle 16 del 6 dicembre.
Ma tant’è: nel comunicato datato 28 novembre il ministero fa sapere che «visto l’interesse manifestato dalle imprese e l’elevato numero di accessi alla fase di registrazione, al fine di garantire a tutte le richiedenti una assistenza tecnica puntuale» il termine «è stato prorogato».
Di buon mattino arrivano dunque alla Provincia le reazioni dei “piccoli” del manifatturiero industriale (Api Lecco) e artigiano (Confartigianato), che rappresentano proprio le imprese più spesso sollecitate dal “sistema” ad investire per andare sui mercati esteri e per innovarsi nella digitalizzazione, adeguandosi alle nuove frontiere del piano di Governo che incentiva la cosiddetta “Industria 4.0”.
«Siamo al terzo mondo informatico. Quello che è accaduto oggi (ieri per chi legge, nda) è scandaloso. All’ora stabilita eravamo pronti in venti, fra nostri funzionari e imprenditori, più altri collegati da remoto, tutti coordinati a inserire le domande nel modo più rapido possibile. Proprio chi chiede alle aziende di innovare col 4.0 – afferma Piazza – non sa garantire il funzionamento di un banale meccanismo di presentazione dei voucher, roba che chi gestisce certi processi dovrebbe aver imparato in un gioco da alternanza asilo-lavoro. Si devono vergognare – aggiunge – di mettere a disposizione strutture informatiche così scadenti mentre ci parlano di innovazione».
Piazza è un fiume in piena, ha appena dovuto dire a degli imprenditori, che hanno speso giorni per prepararsi al click day con progetti e burocrazia varia, che per ora non se ne fa nulla.
«Il voucher – spiega Piazza – è solo il propulsore di un lavoro continuativo che facciamo con le piccole imprese per aiutarle a innovare. Non è il motivo determinante che le spinge a investire ma è comunque un incentivo che dà una spinta in più nell’intraprendere un cambiamento. Quello che è accaduto mostra un Paese che non ha consapevolezza del valore della pianificazione e di cosa significhi dare alle aziende strumenti efficaci e condizioni per poter programmare le attività».
Stesso malumore in Confartigianato, che proprio sulle prospettive dell’innovazione digitale ha centrato gran parte dell’assemblea annuale di lunedì scorso.
«Il Mise – afferma Paolo Grieco, responsabile del servizio competitività di Confartigianato e dell’ufficio estero per l’associazione – arriva all’ultimo momento con una comunicazione improvvisa di rinvio del click day, in un bando che si rivolge direttamente alle imprese, senza intermediari perché le domande vengono presentate tramite accesso con carta nazionale dei servizi, che è assolutamente personale. Una modalità giusta, che bypassa consulenti e progettifici vari rendendo più protagoniste le imprese. Le quali, però, davanti a certi contrattempi oltre a trovarsi spiazzate diventano diffidenti su bandi futuri. Ho parlato con colleghi di diverse nostre territoriali, che segnalano tanta fatica e impegno delle imprese su questo bando ma anche disattenzione da parte del Mise sulle ripercussioni che certi disguidi provocano fra gli imprenditori».
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