Aaron Poncia, Matilda Micheli, Cecilia Mandelli. Sono stati tre studenti dello scientifico musicale i primi a comparire in largo Montenero, all’uscita dal liceo Grassi, poco dopo le 13. La prima prova della maturità 2024 era già alle loro spalle. «Siamo contenti. Erano delle belle tracce» hanno ripetuto in coro i tre compagni. Aaron e Matilda hanno scelto la traccia di testo argomentativo incentrata su “Riscoprire il silenzio”, scritto di Nicoletta Polla Mattiot.
«Era la più bella. C’era la possibilità di fare tanti collegamenti con quello che abbiamo studiato» ha spiegato Aaron. Il loro sguardo, però, era già rivolto in avanti. «Domani c’è la seconda prova, quella più difficile» ha aggiunto Matilda. La loro compagna Cecilia, invece, ha scelto un’altra delle tracce più apprezzate dai maturandi: “Profili selfie e blog” di Maurizio Caminito. «Io stessa – ha raccontato Cecilia - da bambina usavo i diari. In generale, le tracce erano interessanti e spaziavano tanti argomenti. Anche io temo molto la seconda prova».
Quella che emerge dalla sfida della prima prova è una generazione riflessiva, consapevole e davvero “matura”. A dimostrarlo sono proprio le risposte dei ragazzi. «Una volta – ha sottolineato Matilde Spada, studentessa dello scientifico tradizionale – c’erano i diari, dove si scriveva per sé stessi, si era da soli e si potevano abbassare le barriere. Oggi, invece, ci sono i social che ti spingono a rispettare i canoni imposti dalla società e a soddisfare le aspettative. Si da molto più peso all’apparenza. Ho cercato di raccontare questa differenza nella prova».
Elena Lamonica, invece, ha puntato sul collegamento con un autore studiato durante l’anno. «Sui social – racconta la maturanda – ti puoi mostrare come vuoi. Mi ha fatto venire in mente “Uno, nessuno, centomila”. Pirandello c’era anche nell’analisi del testo ma quelle due tracce mi sono sembrate le più complicate».
Poco dopo, Matilde ed Elena sono state raggiunte da due loro compagni di classe. «Ho scelto l’Elogio dell’Imperfezione di Rita Levi Montalcini. - ha spiegato Michele Alippi– Mi sembrava molto attuale. Oggi le persone cercano di comportarsi e di performare secondo quello che gli altri si aspettano da loro».
Pietro Manzoni, invece, ha preferito “Storia d’Europa” di Giuseppe Galasso, che invitava gli studenti a riflettere sull’uso dell’atomica. «Temiamo l’orale. Bisogna fare tanti collegamenti in poco tempo» hanno concluso i due. Per Gabriele Aldeghi e Matteo Maroni, che hanno frequentato scienze applicate, la prova più temuta è quella di matematica.
«Le tracce non erano così pesanti. Le più complesse erano le analisi del testo ma in ogni caso non erano autori sconosciuti» hanno commentato i due ragazzi. Mentre Gabriele ha scelto “l’elogio dell’imperfezione”, Matteo ha sviluppato proprio l’analisi del testo incentrata su Giuseppe Ungaretti. “Le domande aiutavano a capire l’ultima strofa” ha spiegato il giovane. Per Stefano Scetti, anche lui studente a scienze applicate, le traccia migliore era quella sul blog. «Sapevo che avrei fatto un tema di attualità. Quando ho visto quella traccia mi sono immaginato subito come sviluppare il discorso» ha raccontato il ragazzo. Del resto, a volte si accende semplicemente la classica lampadina. «Perché ho scelto riscoprire il silenzio? Per istinto. – ha commentato Andrea Paruzzi, compagno di classe degli altri tre a scienze applicate – In generale devo dire che le tracce erano in linea con la simulazione. Per me la prova più temuta era questa. Non sono mai stato molto bravo in italiano».
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