Mariolino Conti, scomparso da tre mesi. La famiglia lo cerca ancora
Proseguono le ricerche dell’alpinista nelle zone intorno a Sondrio. La moglie: «Sono ancora in attesa di risposte»
Sono passati tre mesi da quando è uscito di casa per la consueta passeggiata pomeridiana lungo i sentieri che conosceva a menadito e non è più tornato. A poco più di novanta giorni di distanza non c’è ancora nessuna traccia di Mariolino Conti, alpinista 79enne lecchese, residente a Mossini. E anche se le ricerche sono state sospese da tempo, la moglie e gli amici non si arrendono. Solo qualche giorno fa è stata organizzata una “calata” in una zona che non era ancora stata setacciata. Ma, ancora una volta, l’esito è stato negativo.
«Non so davvero che fine possa aver fatto - afferma la moglie, Serena Fait, anche lei guida alpina -. Sono tante le ipotesi che mi sono fatta. Resto sempre senza risposta. Quando esco di casa passo sempre nei sentieri che era solito frequentare mio marito, in quei boschi dove potrebbe essere andato anche il 14 novembre, e guardo se trovo qualche traccia. Ma niente».
E, anche se sembra assurdo, 94 giorni dopo da quel martedì di metà novembre ancora non si ha alcuna idea di dove possa trovarsi il noto alpinista, il cui nome è indissolubilmente legato alla salita al Cerro Torre in Patagonia. Era il 13 gennaio del 1974 quando, con gli altri “Ragni” di Lecco Casimiro Ferrari, Pino Negri e Daniele Chiappa, raggiunse la vetta del Cerro Torre dopo aver completato la prima salita assoluta della parete Ovest, lungo quella che, all’epoca, era probabilmente la via di ghiaccio tecnicamente più difficile del mondo e che, ancora oggi, è di sicuro una delle più belle e impegnative.
Mariolino Conti il 14 novembre scorso è uscito dalla sua casa nella frazione sondriese attorno alle 15 per la consueta passeggiata a mezza costa. Lo faceva ogni giorno. Ma quel martedì non è rientrato a casa. Attorno alle 20 la moglie Serena ha lanciato l’allarme, preoccupata dalla prolungata assenza del marito, e si è messa in moto l’imponente macchina delle ricerche: per due settimane anche più di cento uomini, tra cui anche tanti amici e “Ragni”, lo hanno cercato ogni giorno in lungo e in largo. Poi le ricerche massive sono state interrotte, ma sono proseguite quelle su base volontaria
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