Lutto nel giornalismo lecchese: addio a Beppe Grossi, a lungo corrispondente de “La Provincia”

Lecco

È scomparso prematuramente il giornalista professionista, nostro decennale corrispondente dalla Valsassina e, prima dal circondario lecchese e dal Lago, Giuseppe Grossi, 53 anni, originario di Acquate. Giornalista dal 1994 prima a “Il Resegone” (l’oramai scomparso settimanale cattolico della Zona Pastorale III chiuso nel 2007), dove aveva ottenuto la sua prima tessera da giornalista pubblicista, e poi de “La Provincia”, testata con la quale era diventato professionista, è spirato stanotte contornato dall’affetto dei suoi cari. Aveva risieduto a Lecco e a Valmadrera.

Giuseppe, “Beppe” per tutti, era una persona appassionata del suo lavoro e aveva lavorato prima della zona di Valmadrera, Malgrate, Galbiate e circondario e poi della zona della Valsassina. Era il classico corrispondente, di quelli che, pur non essendo anziano, usavano ancora le vecchie armi del vero giornalista: le suole delle scarpe (unitamente al suo motorino), la penna e il taccuino. Aveva un rapporto sempre diretto e franco con le persone e nello scrivere gli articoli, il che non sempre, in questo mondo, era apprezzato. Tanto che aveva registrato la piena solidarietà dell’Ordine dei giornalisti e di tutta la stampa lecchese, quando era stato protagonista di un’aggressione in Valsassina per un articolo che, evidentemente, non era piaciuto, nell’oramai lontano 2017, a un piccolo imprenditore per la costruzione di un capannone agricolo. Beppe non era tipo da piegarsi. Non vestiva certo i panni dell’eroe, ma non si lasciava neanche intimidire e così anche dopo quell’episodio che più che spaventarlo lo rattristò molto umanamente, riprese tranquillamente la sua attività.

Chi lo conosceva anche per il suo lato umano, come abbiamo avuto la fortuna di farlo noi, lo descrive come una persona mite, buona, sempre allegro e con un sorriso contagioso. Dei sindaci che hanno collaborato con lui, uno per ogni zona “coperta” da Grossi, Antonio Rusconi, già primo cittadino di Valmadrera, è quello che lo ricorda forse con maggior affetto: «Era un ragazzo estremamente educato, corretto, chiedeva sempre due volte le informazioni. Penso che fosse troppo per bene, rispetto alla rudezza della politica». In Valsassina, poi, il sindaco di Ballabio Giovanni Bruno Bussola lo ricorda con riconoscenza: «Era un giornalista che per tanti anni ha scritto e parlato di Ballabio e conosceva bene la nostra realtà. Faceva il suo mestiere con passione. È stato forse il primo giornalista della mia esperienza da sindaco per cui lo ricordo con particolare stima». Carlo Molteni, già sindaco di Varenna, non ha dubbi: «Per anni è stato il mio punto di riferimento. Una persona attenta, sincera e molto disponibile. Delle situazioni a cui assisteva ricostruiva sempre il lato umano, nel rispetto delle persone. E apprezzava anche gli scontri duri, se supportati da buone ragioni».

Lo piangono la sorella Chiara e Paolo, papà “Tano” e la cara mamma Maria. Il padre, Gaetano Grossi, è stato assessore e anche vicesindaco democristiano e poi della Lega. L’ultima volta era stato infatti assessore al Bilancio della Giunta di Antonella Faggi.

Da domani alle 9 si potrà dare l’ultimo saluto al caro Beppe alla casa funeraria Ferranti (via Celestino Ferrario 5) mentre il funerale sarà celebrato martedì 1 aprile alle 14,30 nella parrocchiale di Acquate.

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