«Lupi? Nei boschi fanno più paura i cani». Parola di cacciatore

Trovato un cinghiale sbranato nei boschi fra Erna e Morterone. La foto del macabro ritrovamento circola fra i social e riporta d’attualità presenza di predatori nei boschi alle porte della città di Lecco. «Certo, può essere stato un lupo – spiega Roberto Combi, presidente del comprensorio di caccia delle prealpi lecchesi – ma non è questo che deve preoccupare. Gia da quattro o cinque anni vediamo nei boschi cadaveri di animali che presentano inequivocabilmente caratteristiche di un’aggressione da parte di lupi. Attaccano le prede con un morso alla giugulare e poi hanno l’abitudine di divorarle partendo dalle interiora e lasciando lo scheletro».

Secondo Combi, il lupo non è però il nemico più pericoloso che si può incontrare nei boschi. «Gli animali selvatici quando sentono la presenza dell’uomo fuggono – continua Combi – e così fa anche il lupo. Il problema sono i troppi escursionisti che girano per i sentieri con i cani senza guinzaglio. Si tratta di animali anche di razze potenzialmente aggressive e pericolose. Ne vediamo di tutti i tipi: lupi cecoslovacchi, dobermann, pastori tedeschi. Questi animali non hanno paura dell’uomo e dunque nessuno sa come possono reagire se ce li si trova di fronte all’improvviso. In montagna, i cani vanno sempre tenuti al guinzaglio, ma nessuno lo fa».

Altro problema dei boschi lecchesi sono i bracconieri. «Purtroppo – conclude Combi, che rappresenta circa 500 cacciatori fra Lecco, la Valsassina e l’alto lago – la presenza massiccia di cinghiali e i successivi provvedimenti hanno autorizzato anche chi non è un cacciatore con la C maiuscola a uscire di notte con i sensori e sparare a tutto ciò che si muove senza magari poi vedere di che cosa si tratta». Insomma, altro che lupi: i boschi alle porte di Lecco sono una giungla

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