L’ultimo addio a Jenny, mons. Uberti
ai genitori: «Nessuno colmerà mai
quel vuoto, ma non sentitevi soli»

In una basilica di San Nicolò stracolma, oggi pomeriggio è stato reso l’ultimo saluto a Jennifer Alcani, la tredicenne vittima di un tragico incidente stradale. Le comunità italiana e albanese si sono strette intorno ai familiari, così come i tantissimi amici. Anche il sindaco di Lecco, Mauro Gattinoni, ha voluto essere presente in segno di vicinanza alla famiglia distrutta dal dolore. Al termine dell’articolo il servizio per il tg di Unica Tv

In una basilica di San Nicolò stracolma, oggi pomeriggio è stato reso l’ultimo saluto a Jennifer Alcani, la tredicenne vittima di un tragico incidente stradale. Le comunità italiana e albanese si sono strette intorno ai familiari, così come i tantissimi amici. Anche il sindaco di Lecco, Mauro Gattinoni, ha voluto essere presente in segno di vicinanza alla famiglia distrutta dal dolore. Il prevosto di Lecco, monsignor Bortolo Uberti, ha presieduto un rito che ha voluto unire le comunità cattolica e musulmana. «Oggi stiamo vivendo un dolore enorme, molto più grande delle nostre forze, delle nostre parole. – ha detto il prevosto in apertura della cerimonia – da soli non ce la possiamo fare. Per questo chiediamo a Dio di accogliere tra le sue braccia Jennifer, ma nello stesso tempo di prenderci per mano, perché da soli non possiamo farcela». Dopo la lettura del Vangelo di San Marco, che ha ricordato Gesù Cristo che cammina sulle acque accanto alla barca dei discepoli, monsignor Uberti ha iniziato la sua omelia proprio riferendosi alla parola evangelica: «Se oggi siamo qui è perché la rotta della vita di Jenny si è interrotta e mai sapremo darcene una ragione. Non c’è una motivazione plausibile di fronte ad una vita che si spezza nella sua primavera. Ma Gesù, compagno di viaggio, dice a Jenny di non avere paura. E’ lui a cui noi tutti dobbiamo affidarci per avere il coraggio di affrontare questo dolore. Dio prende Jennifer per mano e la fa approdare al porto di una vita che non ha fine e noi vogliamo credere che sia sulla barca di Dio, viva per sempre. Noi la affidiamo alle sue mani divine». Il pensiero del prevosto è poi andato ai genitori: «Il Vangelo parla a ciascuno di noi perché su quella barca non si naviga da soli. Mi rivolgo allora ai genitori di Jenny per dire loro di stare uniti, da soli non si può reggere ad un simile dramma. Nessuno colmerà quel vuoto, ma non dovete sentirvi soli. Jennifer parla a tutti,: a noi, alla nostra città, alla nostra comunità. Un detto popolare afferma che per educare un figlio ci vuole un villaggio. Una famiglia non può restare sola, ci vuole una rete con le istituzioni e la comunità. La società adulta deve dire ad ogni ragazzo che è presente e lo vuole aiutare».

Infine, monsignor Uberti si è rivolto ai tanti giovani presenti in basilica: «Ai ragazzi dico che Jennifer non ci lascia solo un ricordo, ma anche un messaggio. A voi la vita su questa terra sembra eterna, ma sa essere anche fragile. L’esistenza non è un video sui social, è unica e va custodita. La felicità non sta nel consenso o nell’apparenza e tanto meno nella trasgressione. Oggi Jennifer ci lascia un compito, quello di vivere anche nel suo nome. Il ricordo deve diventare una promessa, allora ci accompagnerà ogni giorno».

Toccanti, al termine della cerimonia, sono state le parole della mamma di Jennifer: «Stiamo vivendo un dolore enorme e quello che ci è accaduto ha ingigantito i nostri sentimenti. Ora, cara Jennifer, avrei solo bisogno di un tuo abbraccio, perché quanto accaduto è troppo per tutti noi. Ti prego solo di stare ancora con me, di aiutarmi a non mollare la presa. Se solo potessi vederti cinque minuti vorrei dirti solo grazie di tutto quello che sei stata per me e per noi. L’amore che ci lega non può essere distrutto dalla morte». Finita la cerimonia, la bara bianca di Jennifer è stata accolta sul sagrato della basilica dall’applauso dei tanti presenti. In seguito, è stata tumulata nel cimitero di Castello.

A Lecco l'ultimo saluto a Jennifer Alcani

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