Cronaca / Lecco città
Venerdì 04 Marzo 2016
L’omicidio stradale è legge
«Giustizia è stata fatta»
Parla Croce Castiglia, la mamma di Matteo La Nasa, morto dopo un terribile incidente a Versasio
«L’omicidio stradale ora è legge ma non gioisco perché non ritengo ci sia nulla per cui gioire. Credo però che sia stata resa giustizia e dignità a chi è morto in incidenti e alle famiglie che in questi anni hanno sofferto tantissimo».
Croce Castiglia, la mamma di Matteo La Nasa, il ragazzo di 20 anni che il 18 luglio del 2010 era stato investito da un’auto mentre era seduto all’esterno di un bar a Versasio e che morì dopo sedici mesi di terribile agonia, ha vinto la sua “battaglia”. In questi anni mamma Croce si è infatti battuta in un’estenuante campagna di sensibilizzazione andando in centinaia di scuole e cercando, attraverso l’associazione intitolata al figlio, di fare pressione a livello politico affinché anche in Italia venisse promulgata la legge dell’omicidio stradale.
Il 22 settembre del 2014 quando l’investitore di suo figlio (che non era alla guida ubriaco ma viaggiava a 89 km orari in un tratto in cui il limite era di 50) nel Tribunale di Lecco patteggiò due anni di carcere con pena sospesa, aveva usato parole durissime: «Questa non è giustizia, Matteo oggi è morto un’altra volta. La mia battaglia non si ferma certamente qui, continuerò a lottare finché il reato di omicidio stradale non verrà riconosciuto dal nostro ordinamento».
«Alla guida solo se sobri»
Ora, a distanza di un anno e mezzo, la legge è stata approvata e prevede pene durissime per chi causa incidenti mortali e fugge o è sotto l’effetto di alcol: arresto immediato e condanne fino a 18 anni.
«Anche se con un ritardo di almeno 10 anni, finalmente anche in Italia c’è una legge seria e con pene certe. Sono convinta che caleranno i morti sulle strade per incidenti, le statistiche mi daranno ragione già nei prossimi mesi. Ora, prima di mettersi alla guida dopo aver bevuto o aver consumato droghe, una persona ci penserà non cento ma mille volte. Le cose cambieranno da subito: chi causa un incidente da ubriaco verrà subito arrestato, rischia fino a 18 anni di carcere nel caso più grave e non riavrà la patente per 30 anni. Questo mi sembra giusto. Per contro, se l’incidente è stato causato per una fatalità, per una distrazione che purtroppo può capitare, ma non per imprudenza o per guida in stato di ubriachezza, le pene rimangono sostanzialmente invariate. Questo mi sembra giusto. Le pene sono invece severissime per i recidivi, quelle persone che hanno causato incidenti stradali mortali con lesioni e, qualche anno dopo, sono tornati alla guida senza alcun problema, macchiandosi ancora di questo odioso reato che cancella le vite e fa vivere le famiglie esistenze molto tristi».
La battaglia continua
La battaglia di Croce Castiglia, che abita a Vimercate, prosegue sul fronte della prevenzione: «Certamente, domani sarò nelle scuole Cefalù per una lezione sulla prevenzione e per spiegare le novità della legge sull’omicidio stradale. Un altro rischio è rappresentato da chi scrive messaggi su whatsapp mentre guida: un pericolo enorme, che può causare distrazioni fatali paragonabili al mettersi al volante ubriachi. La prevenzione attraverso l’educazione nelle scuole ritengo sia fondamentale. Dopo Cefalù andrò ad Aosta e poi a Firenze, tutto prima di Pasqua: io non mi fermo e continuo la mia battaglia».
Il ringraziamento a Roma
Il 9 marzo l’associazione Matteo La Nasa, con in testa mamma Croce, si recherà a Roma per una fiaccolata in memoria delle vittime della strada e per ringraziare i parlamentari che hanno trasformato in legge l’omicidio stradale.
«Saremo in tanti, dalla provincia di Lecco dovrebbero giungere almeno 60 famiglie come quando eravamo andati da Papa Francesco per sensibilizzarlo sulla questione. I politici che si sono battuti per questo progetto non sono stati molti, sembrava sempre che per un intoppo la legge venisse rinviata di anno in anno ma questa volta ce l’abbiamo fatta e credo sia giusto ringraziarli anche in questo modo».
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