
Cronaca / Lecco città
Domenica 20 Dicembre 2015
L’ispettore dell’Asl
con il vizio delle slot
E delle cene gratis
“All cIean”I risvolti delle indagini che hanno inguaiato
Francesco Policaro e Paolo Pozzi, agli arresti domiciliari
Soldi dall’imprenditore, pasti “offerti” dai commercianti
Avrebbe avuto il vizietto dei videopoker e delle slot machine Francesco Policaro, il funzionario dell’Asl cittadina agli arresti domiciliari dall’altro giorno nell’ambito dell’inchiesta “All clean” della Guardia di Finanza di Lecco che ha messo nei guai anche l’imprenditore Paolo Pozzi, fino all’altro giorno socio della “Tecnologia & Ambiente” attiva nel campo dell’igiene e della sicurezza ambientale con sede in corso Promessi Sposi.
Ecco come funzionava
Sarebbe questa una delle risultanze investigative emerse nel corso dei lunghi mesi di indagini, partite poco meno di un anno fa sulla scorta della denuncia dell’ex cameriere filippino di un ristorante della città che, licenziato, avrebbe segnalato alle forze dell’ordine lo “strano” rapporto tra il suo datore di lavoro e l’ispettore Asl.
A “foraggiare” questa mania sarebbero dunque serviti i soldi che Policaro avrebbe intascato da Pozzi, quasi un secondo stipendio, come spiegato dalle Fiamme gialle nella nota diffusa venerdì subito dopo l’interrogatorio di garanzia dei due indagati da parte del giudice delle indagini preliminari del tribunale cittadino Massimo Mercaldo. Lo stesso giudice che, accogliendo la richiesta del magistrato inquirente Paolo Del Grosso, aveva firmato l’ordinanza restrittiva della libertà personale limitandola però agli arresti domiciliari e non alla custodia in carcere così come aveva chiesto dal pubblico ministero.
Se da Pozzi prendeva dunque soldi contanti - quanti, complessivamente, gli investigatori della Guardia di Finanza non lo hanno ancora stabilito, l’indagine è infatti tutt’altro che chiusa - dai titolari di bar, ristoranti e negozi di generi alimentari che ispezionava Policaro si sarebbe accontentato di chiedere “regali”: un telefono cellulare, ad esempio. Ma, più banalmente, anche un pranzo o una cena gratis. Il prezzo da pagare per evitare sanzioni, a fronte di irregolarità rilevate dall’ispezione: quando trovava qualcosa che non andava, il funzionario dell’Asl chiamava Pozzi, il quale - sempre stando alle risultanze investigative - si recava personalmente sul posto o inviava un dipendente della sua società per “sanare” l’inghippo. E poi, ovviamente, si faceva pagare. Il commerciante - o l’esercente - evitava così l’ammenda.
Stando a quanto emerso finora, non sarebbe dunque un caso che “Tecnologia & Ambiente” avrebbe in monopolio (o quasi) dell’assistenza alle attività commerciali della città, dove le aziende concorrenti non sarebbero riuscite a inserirsi nel mercato: l’asse Policaro-Pozzi le avrebbe, insomma, garantito indubbi vantaggi.
Le indagini non sono comunque ancora concluse: anche per cercare di ricostruire quanto denaro sia passato da Pozzi a Policaro, gli investigatori della Guardia di Finanza stanno ripercorrendo a ritroso le disponibilità economiche dei due indagati nel corso degli anni. Per ora si è arrivati al 2011 ma si sta scavando per andare ancora più indietro. Inevitabile pensare che ci vorrà ancora tempo, prima di apporre la parola fine sull’inchiesta.
Altri undici indagati
Oltre a Policaro (che è difeso dall’avvocato Sergio Colombo di Lecco ed è indagato per corruzione, concussione e rivelazione di segreto d’ufficio) e a Pozzi (rappresentato dall’avvocato Marcello Elia di Milano, indagato per corruzione e concorso negli altri reati), risultano “segnalate” alla Procura altre 11 persone, titolari di bar, ristoranti o negozi di alimentari, in prevalenza di Lecco città.
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