Cronaca / Lecco città
Martedì 24 Novembre 2015
L’isola che non c’è
Piazza Garibaldi è un parcheggio
Auto parcheggiate in zona vietata, nonostante la tecnologia a radio frequenze tanti abusi Valsecchi: «Cambieremo tutto, a breve un giro di vite»
Doveva essere guerra totale ai furbetti del parcheggio in ztl. Lo spiegamento delle nuove tecnologie per ripulire l’area pedonale da chi, pur avendo il pass per entrare nell’area presidiata dalle telecamere (residenti, commercianti, invalidi e operatori dei servizi) sostavano durante le ore del giorno per ben più della mezzora concessa per carico e scarico.
Ma a distanza di un anno il tanto sbandierato pugno di ferro nei confronti dei 550 residenti del centro non c’è stato. Anzi. Se possibile la situazione sembra addirittura peggiorata.
Piazza Garibaldi, via Nazario Sauro, via Cavour, via Roma e anche piazza XX Settembre sono ancora dei posteggi, le auto occupano le superfici destinati ai pedoni e i vigili in giro a controllare i tagliandi sulle auto non se ne vedono.
E si che le premesse erano buone.
Nell’ottobre dell’anno scorso l’ex assessore alla sicurezza e polizia municipale Armando Volontè insieme al comandante dei vigili Franco Morizio avevano presentato la rivoluzione del centro: tagliandi dotati di tecnologia Rfid che grazie a un apposito scanner permettono all’agente di polizia locale di individuare in tempo reale dove risiede il possessore di tagliando e in che varco può accedere. Non tutti possono andare ovunque infatti, ci si può muovere e e sostare nella ztl solo in prossimità della propria abitazione e soprattutto la sosta è permessa nelle ore notturne sottocasa e 30 minuti in prossimità dell’abitazione non tutto il giorno. Com’è possibile che in piazza Garibaldi in particolare le auto siano posteggiate a tutte le ore come prima dell’introduzione della ztl? Non era questo lo scopo delle nuove tecnologie?
«Non ho problemi ad ammettere che la ztl di Lecco non è degna di una città turistica - commenta l’assessore alla viabilità Corrdao Valsecchi - e posso assicurare che nel giro di qualche mese le cose cambieranno radicalmente».
© RIPRODUZIONE RISERVATA