L’inchiesta sul piccolo Liam

Disposti nuovi accertamenti

L’autopsia ha evidenziato segni di lesione interni e l’anatomo patologo effettuerà altri esami

BALLABIO

Si attenderanno gli esiti di ulteriori accertamenti medici disposti dopo l’esame autoptico che si è svolto nei giorni scorsi sul corpicino di Liam Nuzzo, 28 giorni soltanto, per fugare i dubbi residui sulle cause della morte del piccino, giunto giovedì mattina ormai senza vita al pronto soccorso dell’ospedale Manzoni di Lecco.
L’anatomo-patologo Paolo Tricomi effettuerà infatti un’altra serie di approfondimenti sulla base di quanto rilevato in sede di esame necroscopico che avrebbe evidenziato segni di lesioni interne, ma nessun segno di violenza esterna. Decisione assunta dopo essersi confrontato con il magistrato di turno Cinzia Citterio, che sulla morte del neonato ha aperto un fascicolo d’inchiesta senza indagati, come peraltro già avvenuto in altri casi analoghi.
Il riferimento è ai - purtroppo - numerosi casi di neonati morti all’improvviso nel Lecchese negli ultimi due anni, sui quali la Procura della Repubblica di Lecco ha sempre disposto approfonditi esami clinici.
Troppo presto, insomma, per mettere un punto sulla triste storia del piccolo Liam, che solo una decina di giorni prima della morte era stato accompagnato dai genitori all’ospedale di Lecco a seguito di una caduta: ricoverato per 48 ore e tenuto sotto stretto controllo, il piccino era poi stato rimandato a casa: anche in quel caso i medici non avevano riscontrato segni di violenza esterni.
Nella giornata di oggi dunque il medico legale svolgerà un’altra serie di accertamenti mirati oltre a quelli già effettuati negli scorsi giorni.
Il piccolo Liam viveva a Ballabio Superiore insieme ai giovani genitori Fabio e Aurora e alla sorellina di appena un anno di età. 

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