Cronaca / Lecco città
Sabato 24 Agosto 2019
Lecco. Vuote 340 cattedre
Ma solo 80 a un prof di ruolo
Scuola: la fine del governo preoccupa anche i precari che speravano nella stabilizzazione del loro lavoro
Mancano 340 docenti, ma solo un’ottantina entreranno in servizio a tempo indeterminato, gli altri avranno un contratto da supplente.
Con la riapertura delle scuole si ripresenta puntualmente ogni anno il problema dei precari. Ora ci si è messa anche la crisi di Governo che rischia di far saltare il Decreto Scuola, chiamato “salva precari”, emesso per stabilizzare gli insegnanti con almeno tre anni di servizio. A complicare ancora di più la situazione quest’anno c’è la possibilità di pensionamento anticipato con la “Quota cento” che ha portato all’uscita dalla scuola di parecchi insegnanti, si parla di una novantina di docenti nel lecchese, ma non c’è ancora il quadro preciso visto che alcune pratiche si sono arenate.
«L’anno scolastico rischia di iniziare con parecchi supplenti - spiega Giuseppe “Pino” Pellegrino, della Uil scuola -, le Gae sono ormai ad esaurimento, riusciranno a coprire un’ottantina di posti, gli altri docenti verranno reclutati con contratto a tempo determinato, supplenti. A metà della prossima settimana ci troveremo con il provveditore Luca Volontè, per un primo incontro per chiarire e per avere il quadro dettagliato».L’incontro vedrà la presenza di Cgil, Cisl e Uil, e sarà il momento clou della settimana, visto che nei giorni successivi dovranno essere coperte le varie cattedre vuote.
Il problema è che le Gae, le graduatorie ad esaurimento, sono proprio ad esaurimento, vista la mancanza di concorsi. C’è poi l’annoso problema degli insegnanti di sostegno, da non confondere con gli educatori di sostegno, che scarseggiano, anche in questo caso per carenza di concorsi, e ad occupare i posti, come negli anni passati, ci saranno anche insegnanti senza apposita certificazione,
Gli educatori di sostegno sono invece quelle persone che accompagnano e aiutano i ragazzi con forti disabilità, e vengono in buona parte pagati dai Comuni.
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