Cronaca / Lecco città
Lunedì 28 Settembre 2015
«Lecco, troppi infortuni?
Giochiamo con intensità»
Tra i blucelesti si ripetono con frequenza i guai muscolari: la spiegazione del tecnico
Cardinio è l’ultimo della serie, ma prima Vignali e Joelson hanno palesato infortuni muscolari. Senza contare Turati (soprattutto per la lunga inattività) e, per certi versi anche Di Gioia (per un riacutizzarsi di un vecchio incidente muscolare però).
Il Lecco sembra un “lazzaretto”, tanto che viene da chiedersi se la preparazione, anticipata per farsi trovare pronti al primo turno di Coppa Italia Tim contro la Casertana, non sia stata troppo “forzata”. Un caso? Forse no. Ma la sfortuna c’entra poco. Diciamo che è più il modulo, tutto pressing e attacco, a influire sulla frequenza degli infortuni, che la preparazione. Il preparatore atletico Esteban Anitua non ne fa mistero: «Abbiamo messo in conto di rischiare qualcosa più degli altri e per questo abbiamo una rosa ampia - spiega -. Lavorando sempre a ritmi elevatissimi, si aumentano i rischi. Ma è il nostro gioco, quello che vogliamo, per cui ne accettiamo anche gli effetti collaterali, convinti che alla lunga saranno più i vantaggi che gli svantaggi».
Anitua, poi, passa in rassegna i vari casi: «José Joelson sarà sempre un giocatore di cui dovremo avere cura e per il quale dovremo invocare un pizzico di fortuna perché è un generoso, uno che non si gestisce al meglio. Dà sempre tutto e rischia. Vignali ha sofferto uno stiramento di primo grado, per cui leggero. Anche lui, però, è uno molto generoso. Cardinio? Basta vederlo. Corre come un matto sempre. Sicuramente lavorando a questa intensità corriamo qualche rischio in più. Però sono rischi preventivati. Il fatto che in 9 abbiamo tenuto testa agli 11 del Pontisola, però, è un’indicazione chiara della bontà della nostra preparazione».
Anche mister Sergio Zanetti è d’accordo con il proprio preparatore: «Far capire a Joelson che si deve gestire è quasi impossibile. È un giocatore molto generoso. Di Gioia, invece, viene da due anni di problemi al quadricipite e la preparazione non c’entra nulla. Anche Cardinio merita un discorso a parte: non l’ho voluto rischiare anche se voleva continuare a giocare. Aveva molto fastidio e ho preferito sostituirlo subito che rischiare di perderlo per mesi… Abbiamo fatto tutto cercando di capire le loro esigenze».
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