Cronaca / Lecco città
Martedì 19 Aprile 2016
Lecco. Ti pago coi voucher
In tre mesi a Lecco moltiplicati
Da gennaio a marzo usati in 1.417 aziende quanto quelle di tutti i dodici mesi dello scorso anno. L’Inps: «Limitano il lavoro nero ma vanno usati bene»
Arrivano i primi dati Inps sui voucher, che mostrano come anche a Lecco l’utilizzo dei “buoni” da 10 euro (7,50 netti) per pagare lavoro “accessorio”, cioè occasionale, cresca in modo esponenziale, con evidenti esigenze di controllo sulla correttezza di utilizzo.
Per ora i dati disponibili ci dicono solo quante aziende e quanti privati dal 2008 a marzo 2016 hanno acquistato voucher per pagare i lavoratori. Da gennaio a marzo 2016 sono state 1.417 le aziende lecchesi che li hanno acquistati, contro le 1.416 di tutto il 2015. Anno, quest’ultimo, in cui il numero di aziende era già quasi triplicato rispetto alle 522 aziende del 2014. E poi ci sono i privati che usano voucher per baby sitting, giardinaggio e altro: 1.882 nei primi tre mesi di quest’anno, contro 2.298 del 2015 e 967 del 2014, per citare solo gli ultimi tre anni. In tutto nel Lecchese, dal 2008, anno in cui era partita la sperimentazione in occasione delle vendemmie, al mese scorso fra privati e famiglie in 6.754 hanno comprato voucher per pagare i lavoratori.
Sul numero di voucher non ci sono statistiche ma, ci dice il direttore dell’Inps di Lecco Vittorio Feliciani, «stimiamo che Lecco dal 2008 al 2015 abbia inciso per il 2% sul totale regionale di 47 milioni di voucher venduti». Quindi quasi un milione di voucher (940.000) venduti a Lecco negli ultimi 7 anni.
Ciò in una crescita inarrestabile partita, per quanto riguarda le sole aziende, con una sola richiesta nel 2008 a cui hanno fatto seguito 10 richieste nel 2009, 47 nel 2010, 100 nel 2011, 203 nel 2012, 366 nel 2013, fino ai tre anni più recenti. Una crescita favorita, dal 2012, dell’estensione dei voucher a tutti i settori di lavoro, con la conseguenza che a livello nazionale negli ultimi 7 anni si sono venduti 277,19 milioni di voucher con una crescita del 70% dal 2013 al 2014 e del 66% dal 2014 al 2015.
Ora da parte dell’Inps e dei sindacati l’esigenza è verificare la qualità dell’utilizzo dei voucher in relazione alla loro crescita monstre, per capire se dietro l’apparente e insolita esplosione di “lavoretti” non ci sia l’abuso di lavoro continuativo pagato come precariato.
«I dati provinciali lombardi - afferma Feliciani - confermano un trend in aumento, con un’aspettativa che continua nel 2016. Da un lato - aggiunge - c’è l’aspetto positivo del contrasto al lavoro nero, ma ora serve chiarire se l’utilizzo riguarda piccoli lavori secondari da parte di chi ha un lavoro principale oppure se e in che misura i voucher sono utilizzati per pagare chi non ha nessuna occupazione e per fare reddito può contare solo su tale strumento. Ciò - aggiunge - augurandoci, come ha sottolineato anche il presidente dell’Inps Tito Boeri, che i voucher non siano via d’uscita per evitare di contrattualizzare regolarmente coloro che nei fatti lavorano al pari di dipendenti».
Su Lecco Feliciani ci dice che «non ci sono acquisti tali, da parte delle aziende, da insospettire su un uso scorretto», considerando soglia di attenzione un volume di acquisto fra i 40.000 e i 50.000 euro l’anno per aziende di 20-30 dipendenti.
Feliciani ci conferma che sempre più i voucher lecchesi escono dall’ambito tradizionale di uso del commercio, dove «mantengono quote piuttosto stabili, mentre crescono comprensibilmente nel turismo e nei lavori domestici, oltre che nelle “altre attività” dove stanno anche manifatturiero e cooperative».
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