
Cronaca / Lecco città
Lunedì 14 Aprile 2025
Lecco: «Tasse e tariffe? Non le abbassiamo»
L’intervento. Il tesoretto di dieci milioni euro dall’avanzo di amministrazione accende il dibattito sui costi pubblici. L’assessore Pietrobelli: «Sono due temi distinti, quella cifra finanzia gli investimenti, non la spesa corrente»
Lecco
«L’addizionale Irpef, ad ora, è da considerarsi una fonte irrinunciabile di entrata necessaria per garantire l’equilibrio di previsione corrente». L’assessore al bilancio Roberto Pietrobelli risponde così alle critiche delle minoranze dopo la presentazione del rendiconto di gestione. Secondo la minoranza di centrodestra, la crescita di un avanzo già milionario, passato dai 7.4 milioni di euro del 2023 ai 9.8 milioni del 2024, dimostra come ci sia lo spazio per mettere in discussione alcuni degli aumenti tariffari decisi dalla giunta di Mauro Gattinoni negli anni passati.
«Il nostro compito – spiega Pietrobelli - è quello di garantire l’equilibrio tra previsioni di entrata e di spesa. A fronte di una previsione di entrata abbastanza stazionaria, si verifica una costante richiesta di finanziamento di nuovi servizi o di iniziative di interesse generale. Il miglioramento del grado di riscossione dei tributi e del canone unico ci possono consentire di finanziare alcuni dei servizi richiesti dagli uffici invece di ridimensionarli o respingerli. Tutto ciò non può essere mischiato con l’avanzo di amministrazione, o con la liquidità di cassa».
Si tratta, secondo l’assessore, di conti che funzionano con logiche completamente diverse. «L’avanzo di amministrazione – prosegue Pietrobelli - è il risultato della differenza tra il non ancora riscosso e il non ancora pagato. Proprio per questa ragione non può essere utilizzato per le spese correnti ma solo per spese d’investimento. L’addizionale Irpef, i buoni pasto, le rate degli asili nido sono conti di parte corrente e riguardano il momento previsionale, quindi non l’impiego dell’avanzo di amministrazione. Il bilancio di previsione è il risultato di attività di mediazione tra le legittime richieste degli uffici e le fonti di entrata che complessivamente sono da considerarsi anelastiche e che, quindi, costringono a un forte ridimensionamento delle previsioni di spesa presentate».
In ogni caso, Palazzo Bovara già oggi sostiene le spese per i servizi a domanda individuale. Ed è un tema sul quale l’assessore rivendica una visione strategica. «Per le mense – conclude Pietrobelli - il Comune contribuisce per il 78% del costo, per i musei per il 90%, per gli asili nido per il 55%, per i corsi extrascolastici per il 90%, per il teatro e gli spettacoli per il 70%, per gli impianti sportivi per il 40%. Mi sembrano risultati considerevoli: andare oltre queste percentuali si può fare ma occorre stare molto attenti a non minare un rapporto di equità con tutti gli altri cittadini che non usufruiscono di questi servizi».
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