Lecco. «Subito azioni
per creare occupazione»
Il sindacato risponde al presidente locale di Confindustria in merito al blocco dei licenziamenti: «Serve un ammortizzatore che garantisca i lavoratori perché non tutti ora hanno le stesse tutele»
La punzecchiatura del presidente di Confindustria Lecco e Sondrio, Lorenzo Riva, l’altro giorno, non è passata inosservata. Del resto, il richiamo era preciso, quando affermava che «serve un salto culturale anche da parte dei sindacati: si parla di blocco dei licenziamenti, ma il problema per le aziende è, all’opposto, trovare personale da poter assumere».
La replica non ha tardato ad arrivare. «Noi - esordisce il segretario generale della Cgil Lecco, Diego Riva - non sosteniamo il blocco dei licenziamenti a prescindere: vorremmo che si utilizzasse questa fase per mettere in campo gli interventi che servono, specialmente sotto il profilo degli ammortizzatori sociali. Bisogna impostare azioni che permettano da subito di creare occupazione con le risorse che arriveranno dall’Europa e che forse non saranno nemmeno sufficienti. Perché dal Pnrr si evince che la crescita occupazionale arriverà dal 2023/2024. In questo senso, ricordiamo che abbiamo anche l’esigenza di aumentare la percentuale di manodopera femminile dall’attuale 30% a oltre il 60%».
Il tema di fondo è comunque quello della riforma degli ammortizzatori sociali. «Abbiamo visto quanto sia stata importante in questi difficili mesi la tutela fornita dalla cassa Covid, che ha dato copertura anche ai settori che non godevano di questo strumento. Dunque bisogna sfruttare questo periodo, in cui i lavoratori sono tutelati dal blocco dei licenziamenti, per andare a costruire un ammortizzatore che garantisca universalmente tutti i lavoratori, perché non tutti ora hanno le stesse tutele. Contestualmente bisogna provare a mettere in campo un miglioramento della Pa in questo ambito, in relazione ai Centri per l’impiego, e alle politiche attive. Bisogna fare leva sul blocco per guadagnare il tempo necessario a mettere a terra queste azioni, propedeutiche anche a una vera riforma fiscale».
Sul tema è intervenuto anche Mirco Scaccabarozzi, guida della Cisl Mbl. «Le preoccupazioni avanzate sullo skill mismatch territoriale sono pienamente condivisibili, ma la Cisl crede che l’utilizzo di questo tema a sostegno dello sblocco della moratoria sui licenziamenti sia profondamente sbagliato. Le nostre posizioni (con richiesta di una proroga al blocco fino a tutto ottobre, ndr) guardano al sistema Paese e non semplicemente a un segmento, anche alla luce delle stime previsionali non certo rosee di Bankitalia (600mila posti a rischio, ndr)».
In ogni caso la convinzione è che il tema formazione debba restare centrale. «Il Recovery plan è orientato anche alla riforma degli Istituti tecnici superiori. L’elemento che desta qualche preoccupazione è l’esplicito riferimento documentale a “un’integrazione dei percorsi Its con il sistema universitario delle lauree professionalizzanti” nel senso che vorremmo si evitasse il dirottamento dei fondi previsti alle università o ai centri di formazione professionale. Ciò di cui abbiamo bisogno è la correlazione Its-apprendistato, come già avviene in analoghi contesti europei».
«Ma deve essere chiaro a tutti, specie al mondo dell’impresa - la chiosa -, che un incremento delle competenze deve coniugarsi alla valorizzazione del capitale umano. Una politica aziendale di riduzione di costo a discapito della produzione di valore non è accettabile».
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