Lecco. «Senza liquidità
il pubblico saldi i debiti»
L’Ance, il presidente Sergio Piazza: «Metà delle imprese vanta crediti nei confronti delle amministrazioni. È importante che le procedure siano più rapide»
«Oltre la metà delle imprese iscritte in Ance Lecco e Sondrio ha crediti verso la pubblica amministrazione e dato lo stato dei ritardi nei pagamenti siamo di fatto la categoria più esposta. Se solo il pubblico saldasse puntualmente tali debiti si risolverebbero tante difficoltà di liquidità che le aziende stanno avvertendo in questo periodo di emergenza coronavirus».
Il presidente di Ance Lecco e Sondrio, Sergio Piazza, confida che sia concreto l’impegno del Governo per accelerare i pagamenti da parte dei committenti pubblici. Piazza ricorda la lettera inviata nei giorni scorsi a sindaci, presidenti di provincia per sensibilizzarli «nel rendere più rapidi i pagamenti – dice –, pagando i lavori già realizzati e contabilizzati, ma anche nel contabilizzare e pagare gli stati di avanzamento lavori. Abbiamo scritto anche per sensibilizzare sul fatto che i funzionari, anche se in smart working, si adoperino comunque per accelerare pagamenti vitali per le imprese. Stiamo parlando di lavori pubblici che, in quanto tali, sono già stati finanziati».
L’Italia è il primo Paese in Unione europea per peso sull’economia dei debiti commerciali delle Amministrazioni pubbliche, pari a 3 punti di Pil, tuttavia Piazza non fa di ogni erba un fascio e afferma di aver «notizia certa di committenti partecipati dal pubblico che pagano puntualmente, nei 60 giorni stabiliti a livello europeo, ma si stanno muovendo per portare i pagamenti a 30 giorni. Il problema – aggiunge – è nazionale ma per quanto riguarda i territori di Lecco e di Sondrio i tempi di pagamento delle amministrazioni pubbliche non sono drammatici. Tuttavia in questa emergenza di liquidità chiediamo più rapidità e attenzione per evitare che ricadano sulle imprese i ritmi ridotti a cui per il coronavirus stanno lavorando i diversi enti».
Ritrovare liquidità è la base minima per poter ripartire quando la prima emergenza legata all’epidemia sarà passata e, comunque, la produttività non si recupererà rapidamente proprio perché le misure di contenimento del virus non saranno smantellate dall’oggi al domani. Servirà ancora prudenza: «Dovremo giustamente ripartire con tutte le tutele del caso per la salute – osserva Piazza -, sappiamo fin d’ora che nei nostri cantieri, seppure ripartissero tutti nello stesso momento, ci saranno le nuove regole sull’uso di mascherine, sul mantenimento delle distanze e sulla specifica manutenzione dei mezzi. Ne terremo conto, ma non si possono caricare tutti i costi della sicurezza sulle imprese. Perciò – conclude Piazza – bisognerà aggiornare i piani della sicurezza con i relativi costi. L’aspetto finanziario delle imprese è importante, ma se si riprende a lavorare bisognerà considerare anche l’aspetto economico».
I costruttori di Ance contano anche sulla riapertura di cantieri pubblici «annunciati da anni. Se non accade in questa emergenza allora perderemo le speranze. Serve snellire la ripartenza dei lavori, con pene certe per chi esce dalle regole, considerando che la stragrande maggioranza degli italiani e degli imprenditori non è da corruttori».
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