Cronaca / Lecco città
Sabato 16 Ottobre 2021
Lecco. Ricavi degli artigiani
superati i livelli pre Covid
Un’indagine evidenzia che un terzo delle imprese ha migliorato i volumi delle vendite - Il presidente di Confartigianato Daniele Riva: «La conferma della voglia di reagire e della tenuta del nostro tessuto di aziende»
Il rimbalzo è stato marcato, quasi violento, tanto da portare anche le realtà artigiane del Lecchese a recuperare i livelli prepandemici in termini di fatturato.
Lo evidenzia l’ultimo studio di Confartigianato Lombardia, che intervistando 1.800 mpi (204 delle quali ubicate nella nostra provincia) ha rilevato la grande capacità di resilienza del tessuto imprenditoriale.
A Lecco, si osserva una più alta quota di imprese che nei primi nove mesi del 2021 hanno pareggiato i livelli di fatturato pre-crisi (32,6% contro il 26,5% della media regionale) se non addirittura aumentato (32,8% contro 29,5%). Siamo anche tra i territori con una minor quota di imprenditori incerti rispetto all’andamento futuro (30,2% contro 39,7%). Per 1 mpi su 4, poi, il digitale ha determinato o comporterà l’automazione dell’attività d’impresa (25,5% contro 21,9%).
Tra i numeri emersi nel corso dell’indagine, da gennaio a settembre per le imprese artigiane lecchesi il fatturato raggiunge livelli ancora inferiori a quelli pre-pandemia nel 34,6% dei casi, mentre il 32,8% li supera e il 32,6% li pareggia.
Le imprese più in difficoltà, sotto questo aspetto, sono quelle non esposte sui mercati esteri, quelle potenzialmente coinvolte da domanda turistica, ma anche quelle capitanate da over 40, femminili (-13,4%) e di micro dimensioni (meno di 9 addetti).
Analizzando per settore, le migliori condizioni di “salute” sono quelle che si rilevano in imprese di pulizie, fabbricazione macchinari, servizio riparazione beni uso personale, installatori impianti, edilizia e prodotti in metallo. Restano invece in forte ritardo moda e trasporto persone.
Il 37,2% delle mpi lecchesi prevede il recupero dei ricavi pre Covid entro il 2021. Coloro che vedono come traguardo di recupero il 2022 sono il 32,6% delle mpi intervistate. L’incertezza rispetto all’andamento futuro del mercato rappresenta ancora un sentimento diffuso tra gli imprenditori (30,2%), anche a causa di elevato prezzo materie prime (76,8%), scarsità di materiale necessario per produzione (54,3%) e difficoltà nel reperire il personale (37,1%).
Il settore che risente di più dei problemi legati alle risorse umane è quello delle costruzioni, comparto per cui si rileva anche una quota maggiore di imprese alla ricerca di personale. Oltre l’80% delle mpi identifica la mancanza di competenze adeguate come principale causa alla base della difficoltà riscontrata, in secondo luogo viene indicato il ridotto numero di candidati che si offrono sul mercato.
Sempre sul fronte mercato del lavoro si rileva un’ampia quota di mpi, pari al 95,5%, che non prevede di ridurre il personale a seguito dello sblocco dei licenziamenti. Mentre si rileva che hanno fatto ricorso ad ammortizzatori sociali nel corso del 2021 il 18,3% delle imprese artigiane.
«Dati puntuali uniti a previsioni che ci fanno ben sperare per la tenuta e la ripresa della nostra economia – commenta Daniele Riva, presidente Confartigianato Lecco – L’indagine mette in mostra la voglia di reagire del territorio, la capacità di farlo e i risultati ottenuti grazie al saper fare artigiano. I nostri imprenditori non si sono fermati durante la crisi, anzi, hanno investito e stanno investendo in digitale, formazione e ammodernamento di macchinari e processi produttivi. Sulle mpi lecchesi e lombarde incombono tuttavia due spade di Damocle da ormai troppo tempo: il mismatch tra domanda e offerta di lavoro e il prezzo delle materie prime».
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