Lecco. «Riaprire le aziende
Non possiamo rimandare»
L’Api, il presidente Luigi Sabadini: «Bene i protocolli ma devono essere applicabili a iniziare dalle mascherine. Bisogna intervenire subito sulla liquidità delle imprese»
LECCO
Ripartire dai piccoli e medi imprenditori permettendo la ripresa immediata e in sicurezza delle attività produttive.
In attesa di sapere quali decisioni prenderà il Governo in merito alla fase 2, che sembrerebbe prevedere dal 4 maggio la graduale riapertura di tutte le aziende,il presidente di Api Lecco e Sondrio Luigi Sabadini ribadisce nuovamente la necessità di rimettere subito in moto il motore economico del Paese dopo quasi due mesi di fermo pressoché totale a causa dell’emergenza coronavirus. «Devono riaprire le fabbriche – spiega Sabadini - dobbiamo ripartire dal lavoro per dare una speranza a questo Paese, agli imprenditori, ai lavoratori e alle loro famiglie. Queste settimane di fermo ci hanno danneggiato enormemente a livello economico e purtroppo molti ne subiranno le conseguenze».
Il presidente di Api rimarca gli standard di sicurezza che le imprese sono oggi in grado di garantire, a tutela di tutti coloro che lavorano in azienda, dipendenti ma anche gli stessi imprenditori: «Le fabbriche e i luoghi di lavoro – continua - non sono la fonte del contagio del virus Covid-19, si deve tornare a lavorare con tutte le sicurezze del caso, ne abbiamo bisogno tutti, non possiamo più stare fermi ad aspettare». In merito ai protocolli di sicurezza necessari per riavviare le attività produttive, il presidente Sabadini chiede chiarezza sulle disposizioni da rispettare e che si tratti di indicazioni realmente applicabili da parte degli imprenditori: «Spero che il protocollo sia unico a livello nazionale e che sia attuabile da tutti, ma soprattutto non contenga richieste astruse. Un esempio: all’inizio dell’emergenza ci avevano detto che chi poteva lavorare doveva farlo con l’utilizzo delle mascherine, però poi queste mascherine non si trovavano. Dobbiamo essere concreti e realistici. Ricominciare a lavorare attuando misure di sicurezza mirate, come il distanziamento e l’utilizzo di mascherine, ma i dispositivi di sicurezza ci devono essere per tutti. Non possiamo far fare la caccia al tesoro agli imprenditori per trovarle come è avvenuto un mese fa».
Luigi Sabadini torna inoltre a indicare nella mancanza di liquidità uno dei temi cruciali per le imprese, chiamate a ripartire dopo quasi due mesi in cui non hanno potuto operare e quindi fatturare.
Un problema che riguarda tutte le aziende a cui non è ancora stata data una risposta da parte delle Istituzioni: «Purtroppo – sottolinea il presidente di Api Lecco e Sondrio - ad ora di soldi non ne sono arrivati e temo che non arriveranno a breve. Nel Decreto Liquidità dovevano pensare anche a come bypassare la burocrazia delle banche che determina l’erogazione dei finanziamenti, invece non lo si è fatto e ora si è finiti in un imbuto». Infine, un appello al Governo: «Quello che chiedo a chi sta prendendo decisioni fondamentali in queste ore – conclude Sabadini - è di tornare ad avere fiducia nella piccola e media industria italiana, nei nostri imprenditori, quelli che ci mettono la faccia e rispondono di persona quando ci sono i problemi».
Proprio sul tema della liquidità, nelle scorse settimane l’Api aveva portato all’attenzione del Governo una serie di proposte: la proroga dei termini di pagamento fra tutti i soggetti economici di 60-90 giorni; la richiesta di garantire i futuri pagamenti delle aziende tramite le agenzie governative, oltre alla riduzione dei costi di produzione, attraverso sgravi fiscali e contributivi, per quelle filiere divenute essenziali e prioritarie in questo periodo di emergenza, favorendo così anche possibili riconversioni e la rinascita di un mercato interno.
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