Cronaca / Lecco città
Lunedì 29 Febbraio 2016
Lecco. «Resta troppo difficile
conciliare famiglia e lavoro»
Pari opportunità: a Lecco sono 27 i casi seguiti, Adriana Ventura: «Spesso
i problemi delle dipendenti si verificano al rientro in azienda dalla maternità»
Sono stati 27 i casi trattati dall’ufficio della consigliera per le Pari opportunità, Adriana Ventura, relativi a problemi fra i datori di lavoro e le dipendenti alle prese con situazioni legate alla maternità, al tempo per la cura di figli e famigliari e a discriminazioni in quanto donne.
E poi ci sono i casi che non si possono prendere in carico, quelli legati alle molestie sessuali «che ci vengono riferite ma che si fermano davanti alla necessità, per poter procedere, di una firma posta in calce a una denuncia. Le donne vengono nei nostri uffici, ci riferiscono situazioni diffuse soprattutto in aziende grandi e strutturate della provincia di Lecco, ma alla fine hanno paura e non si assumono la responsabilità di una denuncia».
Ventura, alle spalle anche un’importante esperienza sindacale, ci spiega che sul totale dei casi trattati, 11 riguardano donne con situazioni risolte attraverso conciliazione, mentre un’azione in corso di giudizio finirà in udienza al tribunale di Lecco proprio l’8 marzo.
«I problemi presentati – spiega Ventura – sono spesso legati ai rientri da maternità, con problemi di riequilibrio e riorganizzazione della famiglia che non trovano una sponda d’ascolto in azienda, soprattutto se piccola. Spesso – aggiunge – al rientro la lavoratrice trova il proprio posto occupato magari in modo parcellizzato, con il suo lavoro suddiviso per mesi fra altri colleghi, visto che le aziende a Lecco in pratica non assumono più per sostituire le maternità. Così la lavoratrice si mette a fare quel che le viene assegnato e spesso con malumori fra i colleghi che restano gravati da carichi di lavoro non propri».
Quest’anno Ventura ha seguito due casi di licenziamento, che definisce «forzosi», indotti dal fatto che «al rientro dalla maternità l’azienda rende difficile gestire le due ore previste per riposo giornaliero, collocate magari nel bel mezzo di una giornata lavorativa che così si dilata anziché essere suddivise con un’ora all’inizio e una a fine giornata. È innegabile, nelle aziende medio piccole la maternità è vista come un peso. Certo – afferma Ventura – ma sono anche le aziende da cui, per cultura, ci si aspetterebbe maggiore vicinanza e ascolto».
Sui due casi citati uno è quello che finirà in tribunale mentre l’altro si è chiuso con una conciliazione «ben riuscita – afferma Ventura -, con riconoscimento di un buon risarcimento che, aggiunto a un Aspi che dura 19 mesi darà modo alla lavoratrice di affrontare i primi mesi col suo bambino e rimettersi a cercare un lavoro, visto - conclude Ventura - che la convivenza in azienda era ormai cosa insostenibile».
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