Lecco. Primo semestre
luce in fondo al tunnel
Analisi del Centro Studi di Confindustria Lecco e Sondrio sulla chiusura del 2020 e le attese fino a giugno - Il trend positivo porta a ipotizzare un incremento sul fronte della domanda (+1,6%) e anche della produzione (+3,1%)
Il secondo semestre dello scorso anno ha avuto un andamento eterogeneo sul territorio delle province di Lecco e Sondrio: il tessuto economico, dall’estate in poi, si è lentamente avviato sui binari della ripresa, dopo lo stop osservato da moltissime attività tra marzo e aprile in particolare. Resta però un gap rilevante nel confronto con il periodo luglio-dicembre 2019.
Ad analizzare la situazione economica del secondo semestre è stato il Centro Studi di Confindustria Lecco e Sondrio, che con quello di Confindustria Como ha realizzato l’Osservatorio congiunturale dedicato ai tre territori.
Sul fronte della domanda, a una diminuzione tendenziale del 3% (la variazione registrata nei primi sei mesi del 2020 rispetto a gennaio-giugno 2019 era risultata pari al -14,2%) si contrappone una crescita congiunturale di 1,9 punti percentuali, quando invece le aspettative espresse in occasione della precedente edizione dell’Osservatorio erano negative (-3,2%). Un trend che spinge le realtà lecchesi e sondriesi ad attendersi, per la prima metà del nuovo anno, un ulteriore incremento della domanda (pari all’1,6%).
L’andamento è analogo andando ad analizzare l’attività produttiva. La contrazione nel confronto con il secondo semestre 2019 si attesta al 2,2% (il raffronto tendenziale tra primi sei mesi del 2020 e del 2019 era invece pari a -13,7%), mentre a livello congiunturale si rileva una crescita di 1,8 punti.
Anche in questo caso le previsioni erano relative a una condizione peggiore, -2,7%, e le aspettative per la prima metà di quest’anno sono improntate a un cauto ottimismo, con un auspicato aumento dell’attività che in media si attesta al +3,1%.
Segna una sensibile diminuzione, a livello congiunturale, la capacità produttiva mediamente utilizzata nel secondo semestre del 2020: 61,4% contro il 66,4% rilevato tra gennaio e giugno.
In questo ambito, le realtà di piccole dimensioni rivelano un maggior ricorso agli impianti (63,3%) rispetto alle imprese con oltre 50 occupati (58,3%). Guardando invece al comparto di riferimento, il tasso di utilizzo cresce via via passando dall’ambito tessile (48,6%), a quello degli altri settori (56,8%) fino ai comparti metalmeccanici (68,3%). Il contributo della produzione realizzata in outsourcing determina un’ulteriore quota del 7,1%.
Passando al terzo indicatore, quello relativo al fatturato, si trova conferma del trend rilevato a livello generale e nell’analisi degli altri due indicatori, con un modesto miglioramento congiunturale (+1,9%, contro aspettative attestate al -2,6%) a fare da contraltare a una diminuzione tendenziale (-4,7%; tra gennaio-giugno 2020 e lo stesso periodo dell’anno precedente si erano persi 12,5 punti).
Secondo le previsioni formulate dalle realtà del campione, i primi sei mesi del nuovo anno dovrebbero segnare incrementi, seppur limitati, del fatturato: la variazione media attesa risulta pari a +1,4%.
La destinazione dei prodotti è stata, nel periodo in questione, per il 32,6% del totale all’estero, con il 17,7% indirizzato sui mercati dell’Europa Occidentale. Seguono per importanza l’Est Europa (3,6%), i Brics (3,1%), gli Stati Uniti (1,8%), l’Asia Occidentale (1,7%) e l’America Centro-Meridionale (1%) mentre nei restanti Paesi è spedito il rimanente 3,7%.
Infine, riguardo le materie prime, anche le aziende di Lecco e Sondrio hanno dovuto far fronte ad aumenti nelle loro operazioni di approvvigionamento.
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