
Cronaca / Lecco città
Lunedì 14 Aprile 2025
Lecco, le «pietre miliari» dei crocevia : storia che parla
Il personaggio. Paolo Colombo, urbanista di 26 anni. Ridipinge le vecchie segnaletiche presenti nei rioni
Lecco
Pronte a risplendere le storiche “pietre miliari” che un tempo segnavano i crocevia tra i vari rioni e le direttrici verso il territorio limitrofo. Paolo Colombo, 26 anni, lecchese di San Giovani, laurea in urbanistica, presidente dell’associazione Officina Gerenzone, si è rimboccato le maniche e sta ridipingendo, ricalcando le scritte presenti con vernice nera smaltata, le pietre miliari in giro per i rioni. Gli interventi interesseranno inizialmente dodici “pietre miliari”, e nello specifico quelle delle direttrici di via Emanuele Filiberto a Maggianico, di via Azzone Visconti in centro, in piazza Felice Cavallotti a San Giovanni. Due le sistemazioni previste ad Olate: in via Caldone e in via Cernaia; e così a Chiuso in via del Sarto e in corso Bergamo; e a Laorca in via Spreafico e in via Berni.
A Castello verrà riqualificata la “pietra miliare” all’incrocio tra via Parini e via Palestro; ad Acquate quella all’incrocio tra viale Montegrappa e la salita dei Bravi, e a San Giovanni la scritta in via IX Febbraio all’incrocio con via dei Partigiani. «Tutto è iniziato perché girando ho visto che in Brianza le pietre miliari erano ben tenute e mi hanno detto che a fare il lavoro erano stati dei volontari – racconta Paolo Colombo -, l’idea mi è subito piaciuta, e premesso che sono appassionato di storia locale e che credo che vadano conservate le testimonianze che abbiamo ho deciso di dare la disponibilità per ridipingere quelle della città».
Detto così sembrerebbe anche semplice, ma in realtà dietro c’è stata una lunga preparazione, innanzitutto «ho presentato la richiesta per un patto di collaborazione tra privato e pubblico al Comune, corredata di tutta la documentazione, e poi ho ottenuto il via libera. Nel frattempo ho fatto passare parola perché oltre a queste dodici pietre miliari ce ne sono altre, così da raccogliere informazioni e mi stanno già arrivando segnalazioni che poi verificherò – prosegue -, alla fine avrò un censimento dettagliato. Da ricerche la maggior parte di queste pietre di segnalazione sarebbero state posizionate durante il periodo della dominazione austriaca, e le incisioni delle scritte sarebbero state fate in un laboratorio dell’epoca in provincia di Varese, e vorremmo scoprire dove con precisione, mentre il conteggio delle miglia che indicano le distanze tra le varie località sarebbero state fatte sul posto e poi dipinte al momento. Sono tutte informazioni ancora da accertare e soprattutto vorrei approfondire l’argomento». Nei giorni scorsi i primi lavori in zona Olate. «Non è complicato ma ci vuole attenzione e bisogna dipingere bene perché poi è sotto gli occhi di tutti», aggiunge Colombo.
In origine le pietre miliari erano colonnine in pietra collocate sul bordo delle strade romane e indicavano quanto la località distava da Roma. Erano chiamate così perché erano poste a distanza di un miglio attorno ai 1.500 metri l’una dall’altra. Le antenate della più moderna segnaletica con la distanza in chilometri. Su di esse era inciso il numero progressivo del miglio; il nome dell’imperatore romano o del magistrato che aveva fatto costruire o restaurare quel tratto di strada; infine, una breve iscrizione. Quelle in città segnalano i vari rioni, un tempo Comuni autonomi, e località di importanza per l’epoca, con la distanza tra un luogo e l’altro.
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