Cronaca / Lecco città
Giovedì 04 Febbraio 2021
Lecco. Piccole imprese
Ricorso al credito in aumento
Le domande sono cresciute di quasi il 25%, Pontiggia (Bcc): «Molte aziende hanno chiesto l’accesso ai finanziamenti per cautelarsi contro l’incertezza»
La pandemia ha rilanciato fin dal primo lockdown la richiesta di credito bancario da parte delle imprese, soprattutto di quelle individuali.
Secondo un’analisi di Crif, a livello nazionale l’incremento di richieste da parte delle aziende è stato pari a quasi un quarto (24,5%) in più rispetto al 2019, con gli effetti economici della pandemia che a partire da marzo hanno segnato l’inversione di una tendenza che nel primo trimestre dell’anno era invece in calo.
Una richiesta che per quanto riguarda le piccole imprese lecchesi è confermata anche da Giovanni Pontiggia, presidente della Bcc Brianza e Laghi che sottolinea come «fin dall’inizio del primo lockdown, quando è scattato il meccanismo delle garanzie di Stato, tante imprese hanno chiesto l’accesso ai finanziamenti a scopo preventivo rispetto alla situazione di difficoltà che si profilava per le restrizioni della pandemia. Sto dunque parlando – aggiunge Pontiggia – di imprenditori avveduti e con buon merito di credito, imprenditori che hanno agito nella prospettiva che, superati i fermi o le limitazioni imposte per legge, certamente le loro imprese avrebbero potuto riprendere a crescere».
Ad oggi le condizioni generali non stanno restituendo certezze e nel frattempo fra le piccole imprese sono cresciuti i bisogni di liquidità spinti dalla crisi per Covid.
«In proposito – afferma Pontiggia – la nostra banca non ha fatto alcuna restrizione alla concessione di credito, abbiamo continuato ad essere a fianco alle piccole imprese per aiutarle ad attraversare il periodo. Ovviamente mi auguro che nei prossimi mesi la pandemia si fermi, altrimenti il rischio è che moltissime piccole imprese preferiscano chiudere, in quanto il problema non è tanto l’avere credito bensì essere in un contesto che sostenga la produttività e il lavoro. Il blocco dei licenziamenti che scade a fine marzo impone una grandissima riflessione e confronto fra categorie e governo, per evitare un problema sociale».
Secondo l’indagine Crif, per quanto riguarda le imprese individuali le richieste di finanziamento con importo inferiore ai 10mila euro hanno rappresentato quasi la metà del totale (47,7%): un dato che conferma come le microimprese tendano a rivolgersi agli istituti di credito per ottenere importi di piccolo taglio, mentre per le società di capitali il 50,5% delle richieste si è basata su un importo superiore ai 20mila euro.
«Il rallentamento del ciclo economico, indotto dell’emergenza sanitaria Covid, ha fortemente condizionato nell’ultimo anno l’andamento dei flussi di cassa delle imprese e quindi anche la dinamica delle richieste di credito – commenta Simone Capecchi, executive director di Crif-. Come emerso da una recente ricerca di Crif Ratings, quasi la metà delle imprese italiane si è trovata ad affrontare lo shock causato dalla pandemia partendo da situazioni di liquidità già delicate. Il 38% delle aziende – conclude Capecchi - si caratterizza per una disponibilità di cassa in grado di coprire meno del 50% dei debiti finanziari a breve termine in scadenza, cui si aggiunge un ulteriore 8% di imprese senza particolari margini di manovra. Peraltro, le imprese maggiormente in difficoltà si concentrano tipicamente nei settori più ciclici ed esposti alle dinamiche dei consumi, che non a caso sono anche quelli più colpiti dalla pandemia».
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