Cronaca / Lecco città
Venerdì 10 Aprile 2020
Lecco. Personale ospedaliero
I “positivi” sono saliti a 390
Positivi anche cinquanta operatori delle pulizie, l’Asst si difende: «Applicate tutte le misure di sicurezza»
Sono saliti a quota 370 i lavoratori dell’Azienda socio-sanitaria di Lecco contagiati dal coronavirus, a cui si aggiungerebbero 50 operatori della società incaricata della pulizia delle strutture sanitarie territoriali. I dati sono stati resi noti ieri dall’Unione sindacale di base, che ha deciso l’interruzione unilaterale delle relazioni sindacali. Ma non basta: Cgil, Cisl, Uil e i rappresentanti sindacali hanno indetto una iniziativa di protesta il 24 aprile «per ricordare alle autorità e alla cittadinanza il diritto alla salute e che non siamo eroi ma persone e lavoratori che hanno il diritto alla salute»,e.
Nella lunga lettera che ha mandato su tutte le furie organizzazioni sindacali e lavoratori, inviata anche al prefetto Michele Formiglio, ai sindaci della provincia, al presidente dell’Amministrazione provinciale Claudio Usuelli e ai consigliere regionali del territorio, la Asst scrive – in estrema sintesi – di aver messo in atto tutte le procedure previste dai protocolli scattati con l’emergenza Covid-19.
In pratica, ribattendo all’osservazione della Rsu «rispetto alla presunta non applicazione della circolare del Ministero della Salute», l’Asst sostiene di applicare «in maniera puntuale le indicazioni e le disposizioni di Regione Lombardia che, relativamente alla sorveglianza degli operatori, anche attraverso l’effettuazione mirata di tampone rino-faringeo per la ricerca di Sars-CoV2, sono coerenti con gli indirizzi della circolare del Ministero» del 25 marzo.
«Diversamente da quanto affermato - aggiunge l’azienda ospedaliera - non sono mai mancati e non forniti ai dipendenti a contatto con pazienti positivi al Covid 19 i dpi, pur in alcuni momento di difficoltà, non dipendenti dall’Azienda, bensì dalla carenza di reperimento sul mercato dei prodotti».
Per quanto riguarda quindi la rilevazione della temperatura corporea, l’Azienda si sarebbe attenuta alle ordinanze del presidente della Regione Lombardia. Nei primissimi giorni «in attesa di reperire i termometri», «si è data disposizione di autorilevare e autocertificare la temperatura. Successivamente, i termometri sono stati reperiti e consegnati”, ed è stato attivato “il check point dedicato appositamente alla rilevazione della temperatura prima dell’inizio dell’attività lavorativa e sono state date le disposizioni relative ai comportamenti e adempimenti in caso di temperatura elevata, in linea con le ordinanze di Regione Lombardia».
© RIPRODUZIONE RISERVATA