Cronaca / Lecco città
Domenica 03 Gennaio 2021
Lecco. «Per ripartire servono
investimenti e formazione»
Il segretario della Cisl Mirco Scaccabarozzi critico con la politica dei bonus pensa a interventi strutturali: «C’è un divario che va colmato: per innovare e crescere bisogna puntare sulla conoscenza e sul capitale umano»
Quello che è iniziato da un paio di giorni sarà un anno decisivo per l’economia del Paese e, naturalmente, anche del nostro territorio.
Chiuso il 2020 con un bilancio difficile e indici negativi soprattutto per determinate categorie, bisognerà prendere il prima possibile la strada della ripresa.
Mirco Scaccabarozzi, segretario generale della Cisl Monza Brianza Lecco, però, cerca anche il lato positivo di un anno che fa già parte della storia di ciascuno di noi. «Se il 2020 verrà ricordato come l’annus horribilis della pandemia, a un tempo figurerà come un anno di trionfo in ambito scientifico e tecnologico. Non solo in virtù di un vaccino approntato in tempi record, ma anche perché le tecnologie digitali e il web hanno consentito alle dinamiche economiche e sociali di avanzare con modalità fino a poco tempo fa inimmaginabili».
Bisognerà però farsi trovare pronti: «La crescita del benessere e l’affacciarsi di opportunità sempre nuove saranno accompagnate da ombre inquietanti e dinamiche sociali devastanti per chi svolge lavori che diverranno obsoleti. Sarà questa la sfida della politica economica nei prossimi anni».
Un banco di prova al quale il livello territoriale, secondo il sindacalista, potrebbe rispondere meglio di quello centrale. «Certo anche nel Lecchese non mancano aree di eccellenza nel settore manifatturiero e della ricerca. Ma è il sistema Paese che appare assai debole di fronte alla sfida. Come ha detto Mattarella nel suo messaggio di fine d’anno, “nei prossimi mesi ci attendono passaggi decisivi”».
In questo senso, secondo Scaccabarozzi «la strategia dei bonus è miope». Per far ripartire il Paese le strade da seguire sono altre. «Bisogna rilanciare istruzione e investimenti, calati dal 2007 di oltre il 30%. Per innovare bisogna investire anche in conoscenza e capitale umano. Nondimeno nel 2018 in Italia la spesa pubblica e privata in ricerca e sviluppo era pari solo all’1,4% del reddito nazionale, un punto in meno della media Ocse e meno della metà della Germania. Anche la spesa in capitale basato sulle conoscenze, ovvero un aggregato più ampio della spesa in ricerca e sviluppo, che include tecnologie informatiche, progettazione, formazione e investimenti in organizzazione, è assai inferiore agli altri paesi avanzati».
Un ruolo fondamentale, per il segretario della Cisl lo ha e lo dovrà avere anche la formazione, l’investimento nel capitale umano. «Questo divario è anche dovuto alle carenze del sistema universitario e scolastico e alle scarse risorse dedicate. Un esempio palesato dal virus: per decenni abbiamo trascurato il sistema sanitario, e investito troppo poco nelle strutture sanitarie e nel preparare le nuove generazioni di medici».
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