Lecco: la patente a punti
non piace ai piccoli dell’edilizia
Sicurezza: favorevoli i sindacati: «Così si premiano le imprese che rispettano le regole in tutte le materie» - I timori di Confartigianato: «Un aiuto alle grosse ditte»
La ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, rilancia la patente a punti (Ppe) per la qualificazione delle imprese edili e dei lavoratori autonomi del settore. Così chi sarà privo di “punti” a causa di violazioni su salute e sicurezza, fra le sanzioni avrà anche quella di non poter operare.
Se ne è parlato al tavolo con le parti sociali su salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, per una misura che ora vuole dare corso a quanto già previsto dal testo unico del 2008 in materia di sicurezza sul lavoro e recepita anche all’accordo, rimasto sulla carta, firmato nel 2011fra rappresentanze d’impresa e sindacati.
I sindacati sono dunque favorevoli all’arrivo di un decreto che dia concretamente il via alla Ppe, così come è favorevole, nel principio, Ance Lecco e Sondrio, sempre che il nuovo intervento, ci dice il presidente Sergio Piazza, non finisca con l’essere una nuova penalizzazione burocratica per le imprese. Contrari invece (da sempre) gli edili di Confartigianato.
«Sono favorevole – ci dice Veronica Versace, segretaria generale della Fillea Cgil di Lecco -. La Ppe era uno dei temi già inseriti nelle nostre piattaforme di rinnovi contrattuali dal 2012. Per noi è un mezzo per premiare le aziende virtuose e contrastare quelle piaghe fondamentali dell’edilizia date dalla non sicurezza sui cantieri, dall’evasione fiscale e dalle vincite di appalti che non possono essere così positivi se si va troppo al ribasso. Ed è noto che nel settore quando si vuole risparmiare lo si fa sulla sicurezza e sui materiali scadenti».
Sull’opposizione delle imprese artigiane la sindacalista spiega che «inizialmente anche gli artigiani erano d’accordo. Certo, serve dar vita a un quadro complessivo che deve tener conto del modo in cui costruire le norme premiali, i vantaggi competitivi in fase di gara soprattutto nei lavori pubblici».
Secondo Confartigianato Lecco il meccanismo della Ppe «si presta ad alterare il libero mercato nel settore delle costruzioni, favorendo i grandi general contractors a svantaggio delle piccole imprese. Se questo è l’intento del Governo, allora è sulla strada giusta. Così non solo non si aumentano i livelli di sicurezza sui luoghi di lavoro, ma si duplicano oneri ed adempimenti amministrativi rispetto a quelli già esistenti. Il Governo – sottolinea il presidente di Confartigianato edilizia Arnaldo Redaelli – deve porre attenzione alle piccole imprese. La sicurezza sul lavoro sta a cuore a noi piccoli imprenditori per primi e non si tutela con la burocrazia, ma con il rispetto di regole chiare ed applicabili, con gli organismi paritetici, con la formazione, con l’applicazione corretta dei contratti nazionali di lavoro del settore, attraverso l’associazionismo d’impresa che diffonde la cultura della legalità, incrociando le tante banche dati esistenti per porre in essere un efficace piano nazionale della prevenzione, con un sistema di ispezione sul lavoro rafforzato e senza inutili duplicazioni di competenze».
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