Lecco. «Ordini da evadere?
No, solito agosto di chiuso per ferie»
Smentite le previsioni di chi in primavera si aspettava un super lavoro per recuperare i mesi persi - Confindustria: «Visibilità a breve, difficile fare piani»
Nessun mese di agosto con sedi produttive attive a tutto regime per recuperare il tempo e gli ordini perduti per la pandemia, come si pensava poco prima della fine del lockdown.
Questo è, invece, un agosto «quasi normale», ci dicono in sostanza associazioni d’impresa e sindacati, con le solite chiusure per ferie perlopiù nella seconda e terza settimana, con poche aziende che hanno talmente tanti ordini da chiedere ai dipendenti di rimanere al lavoro su base volontaria e con aziende ancora alle prese con la Cig, con una preoccupazione in più per chi ha già finito la cassa integrazione per coronavirus e ora aspetta di capire se il nuovo “decreto di agosto” ne potrà prevedere altra.
Una quasi normalità su cui pesa una riserva sul prossimo futuro, quella di un primo autunno che vedrà le imprese impegnate a ricostruire i portafogli ordini, non si sa con quali risultati data la crisi generale. E anche su ciò la preoccupazione è alta sia fra le imprese che fra i sindacati.
«La maggior parte delle nostre imprese chiuderà per almeno due settimane, fatto salvo qualche caso di apertura legata al volume degli ordini e alle necessità di produzione, come sempre accaduto del resto. Tuttavia – afferma il direttore di Confindustria Lecco e Sondrio, Giulio Sirtori – il punto vero sta nella scarsissima visibilità degli ordini, per cui è impossibile una precisione su come sarà la riapertura di settembre. C’è una grandissima incertezza».
Sirtori spiega che comunque fra le imprese di Confidustria la situazione è parecchio variegata, fra chi come conseguenza del Covid ha perso volumi giganteschi e chi invece è riuscito nella tenuta degli ordini, come mostrano gli ultimi dati congiunturali diffusi dall’associazione.
Su tutta la metalmeccanica locale, tuttavia, oltre al Covid «ha pesato la difficile situazione di incertezza dell’automotive, già evidente fin dall’anno scorso».
In Api Lecco il direttore Sergio Piazza ci dice che «a parte qualche nostra azienda che anziché fare una settimana in più di chiusura per ferie ne fa magari una in meno perché ha nuovi ordini da evadere con urgenza, la quasi totalità delle nostre imprese in agosto chiuderà», afferma il direttore di Api Lecco, Marco Piazza, che ricorda come ora il vero tema sia cosa succederà al rientro di settembre.
«Molte imprese – aggiunge Piazza – si ritroveranno più scariche di ordini, quindi sarà un autunno alla rincorsa dell’acquisizione di nuove commesse e, spero, anche di nuovi mercati visto che in questa situazione, nonostante le difficoltà dell’economia globale, l’estero rimane un tema attuale dal momento che ci sono variabili geografiche in cui si possono trovare mercati con impatti diversi rispetto alla pandemia».
Ora a preoccupare di più sono le aziende manifatturiere che producono per filiere: «Al netto del dramma dell’automotive e di quelle aziende che producendo per il consumo o per la subfornitura di beni che vanno a scaffale, subiscono variabili legate ai consumi, l’incognita maggiore – conclude Piazza - riguarda quelle aziende che si trovano alla testa di una filiera e hanno dovuto rinviare gli investimenti utili a far partire nuove produzioni, rallentando così l’intera filiera. A breve capiremo meglio se sarà un autunno da stringere i denti o se potremo sperare in un 2021 di rinascita».
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