Cronaca / Lecco città
Giovedì 17 Dicembre 2020
Lecco. «Nell’industria è dura
Ma il sistema riesce a tenere»
Confindustria Lecco e Sondrio ha ripercorso un anno che era iniziato con una cresciuta produttiva Il presidente Riva: «In primavera il crollo è stato drammatico, ma il recupero ha permesso di limitare i danni»
Il 2020 era partito in modo positivo, ereditando dall’ultimo trimestre 2019 la lieve spinta verso la ripresa. «L’anno sembrava volgere al sereno, con la voglia di crescere delle aziende, ma poi si è fermato il mondo. Abbiamo dovuto imparare tutti a muoverci su un terreno sconosciuto, tra codici Ateco sconosciuti ai più e nuovi modi di lavorare. Il crollo è stato drammatico, ma il recupero ha permesso di limitare i danni e qualcuno riuscirà persino a chiudere in pareggio».
Il bilancio di questo 2020, sotto il profilo industriale, è condizionato in modo determinante dalla pandemia, che lascerà cicatrici anche nel tessuto economico lecchese. Lorenzo Riva, presidente di Confindustria Lecco e Sondrio, ha voluto sottolineare come l’anno abbia richiesto sforzi importanti, a fronte dei quali comunque il sistema ha sostanzialmente retto.
«Di fronte all’emergenza, le aziende hanno scelto la strada del coraggio, tenendo aperto, ma solo dopo aver messo in campo le misure necessarie a garantire la sicurezza dei dipendenti. A maggio ci siamo illusi che il peggio fosse alle spalle e in estate c’è stato un forte recupero, prima della nuova doccia fredda che forse ci siamo cercati. Se il primo lockdown ci ha colti con “la pancia piena”, il secondo ci ha pizzicati già provati e molte aziende sono andate in grande difficoltà». I dati relativi all’andamento del mese di novembre, analizzati dall’Osservatorio dell’associazione, evidenziano un trend prudente. Gli ordini, per le imprese dei due territori, hanno un andamento piuttosto stabile sia sul fronte interno (in aumento per il 29,6%, stazionario per il 38% e in calo per il 32,4%) che estero (rispettivamente 30,2%, 46% e 23,8%).
La produzione invece indica una generale conservazione dei livelli di ottobre (stabile per poco più di un’azienda su due, in frenata per il 24,6% e in aumento per il 23,2%). Per quanto riguarda invece il fatturato, l’indicazione principale è relativa al rallentamento sia sul versante domestico che nell’export. Nel dettaglio, il fatturato in Italia risulta stabile per il 38,9% delle aziende, in contrazione per il 36,1% e in crescita per il 25%.
Per quanto riguarda il fatturato oltre confine, invece, si registrano i medesimi livelli di ottobre per il 42,9%, una diminuzione per il 36,5% e un aumento per il restante 20,6%.
«Anche il quadro occupazionale delle aziende del nostro territorio risulta caratterizzato principalmente da stabilità – ha aggiunto il direttore generale Giulio Sirtori -, indicata da oltre quattro aziende su cinque e con un ulteriore tendenza a bilanciarsi di giudizi di diminuzione e crescita. Il ricorso agli ammortizzatori sociali risulta limitato al 20,8% e le aspettative per i prossimi mesi non fanno al momento presagire un aggravarsi della situazione».
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