Cronaca / Lecco città
Sabato 26 Agosto 2017
Lecco. «Nelle imprese
il valore della famiglia»
Le storie di alcune nostre eccellenze scelte simbolo del passaggio generazionale. Iniziativa e talento: i casi della Rusconi di Lecco e della Balatroni di Cedrasco. Panzeri e Cometa in una mostra.
Impianti supertecnologici o pellegrinaggi, accoglienza ed educazione o tapparelle. Non importano i settori, ma quell’impronta familiare plasmata nel talento rimasta nelle imprese di Como, Lecco e Sondrio. Queste ultime ieri hanno visitato il Meeting di Rimini nella giornata dedicata alla Compagnia delle Opere.
Una trentina di aziende, che hanno visitato la mostra anche con esperienze del territorio (“Perché tutto possa esistere”), guidate dal direttore Marco Molinari e dai tre presidenti di Como, Marco Mazzone, Lecco, Marco Giorgioni e Sondrio, Danilo Sava. Una realtà di circa 1.200 imprese.
Riguadagnare ciò che si è ereditato, del resto, già era il tema del Meeting. Nella mostra della CdO sul passaggio generazionale, significativo che su dieci interviste tre fossero di questi territori. Due di Como, la Panzeri e Cometa; una terza di Lecco, Rusconi. Della parte dei bambini si è occupata tra l’altro la lecchese “L’isola della Stupidera”.
Un dato su tutti: in Italia se il cambio di generazioni funzionasse a dovere, porterebbe 40 miliardi all’anno. Gli esempi virtuosi esistono e Mario Panzeri ha potuto assistere alla sua performance video, in cui spiega come 50 anni fa abbia fondato l’azienda – leader negli impianti tecnologici, 82 dipendenti e 400 collaboratori artigianali – e oggi siano entrati i figli al suo fianco, con ottimi risultati. Il segreto del gruppo di Luisago? Cominciare dal basso, per apprendere ogni ingrediente fondamentale. E il sogno nel cassetto? Un’azienda ancora più internazionale: il che colpisce, visto che la Panzeri ha già eseguito interventi nel mondo – ad esempio in Sudamerica e Africa – e tra i lavori sotto i riflettori del pianeta ci sono stati sei padiglioni a Expo, a partire dall’applaudito Kazakistan.
La storia della “Cometa” di Como - illustrata da Erasmo e e Innocente Figini ma anche dalle nuove generazioni, che hanno spontaneamente lasciato posti prestigiosi a Londra e New York per seguire la loro strada – è stata di non minore impatto al Meeting.
Poi un’altra realtà che si è raccontata, anche con commozione, a Lecco: la Rusconi, nata per i viaggi, specializzata poi in pellegrinaggi. Commozione, perché le redini sono state consegnate da papà Eliseo, che il 28 giugno ha registrato questa intervista e il 14 luglio si è spento. In questo caso tre figli – Ettore, Francesco e Sara - lo hanno affiancato e c’è chi ha lasciato un posto in un’altra azienda per questo. Eliseo rivelava che è partito da zero e ha avuto un solo alleato: l’enciclopedia “Il Milione”. Così, quando un cliente entrò e gli chiese un viaggio alle Seychelles, lo invitò a tornare il giorno successivo perché non aveva tempo: nel frattempo, corse a casa a consultare sul volume dove fossero. Ventisei i dipendenti, per l’80% donne.
Storie di talento, di creatività, in ogni campo e della capacità di trasmettere tutto ciò con naturalezza ai figli. Nella pausa pranzo, gli imprenditori conversano, si confrontano ed emerge ad esempio la storia di Balatroni, nata a metà degli anni Settanta a Cedrasco. Una realtà sondriese, che vede una partenza femminile. Mamma Maria – spiega Francesco Pradella – è stata il motore, con cinque figli da badare. Lui subentrava a dare una mano nel pomeriggio, dopo le lezioni. Il papà faceva un altro lavoro, nel tessile, ma in quel periodo si viveva una delle crisi del settore, quindi si fondò quest’attività dedicata alle tapparelle e in generale alle schermature nelle case. Oggi 19 dipendenti e terza generazione all’appello.
Insomma, una giornata preziosa per ripartire dopo la pausa estiva, rileva Marco Mazzone: «Abbiamo visto come il passaggio generazionale richieda anche un senso di responsabilità. I nostri imprenditori sono aperti, pronti a recepire il cambiamento. E dal confronto capiamo anche come da soli non ce la facciamo, bisogna fare rete». Sulla stessa linea Marco Giorgioni: «Un’esperienza utile e cordiale, ci ha permesso di incontrare e conoscere esperienze. Il lavoro non è solo competenza: così si può alzare la testa e confrontarsi».
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