Cronaca / Lecco città
Lunedì 13 Febbraio 2017
Lecco, multe inventate
«Così la giunta perde credibilità»
Le minoranze scatenate contro Venturini - Boscagli (Ncd): «L’assessore pensava di fare lo sceriffo» - La Lega Nord: «Serve coerenza ed evitiamo di giocare»
Era tutta un’invenzione: nessuna multa da 1.200 euro in via Cavalesine per un cavo del modem infilato in un sacco viola, nessuna multa da 600 euro per un maglione tra corso Matteotti e via Bainsizza, nessuna multa da 300 per i sacchi esposti anzitempo a Olate e San Giovanni. L’assessore all’ecologia Ezio Venturini torna sui suoi passi e afferma in buona sostanza che i cronisti al suo seguito nel giro contro i furbetti dei rifiuti, con tanto di polizia locale e ispettori di Silea, hanno equivocato: lui non ha parlato di multe, ma del rischio di prenderle. «Le mie parole sono state travisate», ha sostenuto ieri.
Commenti e valutazioni
Parole che tornano al mittente come un boomerang. La linea del “terrore” con cittadini impauriti dal rischio di trovarsi una maxi sanzione per una distrazione si è scontrata con una serie di incongruenze, prese di posizione di più soggetti anche istituzionali . Silea, consumatori, amministratori di condominio, tutti costretti a pronunciarsi su una notizia falsa. «È terribile quanto successo. L’immagine che esce è quella di un’amministrazione comunale che invece di amministrare la città stia giocando. La credibilità è ormai sotto zero - dice Filippo Boscagli, consigliere di minoranza, per Ncd -. Il regolamento sul decoro urbano è stato uno dei pochi argomenti condivisi all’unanimità tra maggioranza e minoranza, visto quanto la questione sia sentita. Adesso però il rischio è che si ottenga l’effetto contrario».
Boscagli già da subito qualche dubbio lo aveva: «Mi sembrava strano che a regolamento non ancora in vigore si dessero già delle multe, e soprattutto sanzioni così alte, spropositate. Probabilmente l’assessore Venturini si è sentito investito del ruolo di sceriffo e ha perso il controllo della situazione».
Tutti a interrogarsi su quella che in ultima analisi sembra una bugia istituzionale, sia pur proferita a scopo “educativo”. Prima la gente comune, che sui social parlava di esagerazione, poi l’avvocato dei consumatori, che riteneva sproporzionata la sanzione al misterioso residente di Castello e avvertiva che un ricorso avrebbe avuto vita facile. Poi il dubbio: regolamento pubblicato all’Albo l’altro ieri, impossibile che fosse già in vigore. E su tutto, il misterioso multato che non ha mai detto nulla.
Maggiore attenzione
Alla fine la resa: a fin di bene, ma era tutta un’invenzione. «Abbiamo condiviso tutti il regolamento - rimarca Cinzia Bettega, consigliere della Lega nord - però evitiamo di giocare. Una multa da 1.200 euro per un cavetto? Ma siamo seri. Capisco se trovi uno che abbandona il divano per strada e lo multi profumatamente, ma non per un cavetto nel sacco sbagliato. Serve coerenza».
A lei fa eco Alberto Anghileri della Sinistra. «Una multa che sembrava da subito assurda. Ben venga il regolamento ma prima bisogna informare ed educare, poi si passa alle sanzioni con buon senso. Per essere credibili bisogna dire la verità. E qui si rischia di diventare poco credibili».
Massimo Riva del “Movimento 5 stelle” è chiaro: «in questo modo non si dà un bel messaggio alla gente. Il regolamento sul decoro urbano è importante e lo abbiamo condiviso tutti. Se vogliamo vedere la parte positiva di questa vicenda, potremmo dire che in questi giorni c’è stata più attenzione alla raccolta differenziata».
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