Cronaca / Lecco città
Domenica 27 Novembre 2016
Lecco: «Mia figlia aggredita
da un pedofilo»
Il caso Il racconto della madre della ragazzina che ha riferito di essere stata avvicinata da un uomo a Villa Eremo
«Ha cercato di toccarle le parti intime ma lei ha gridato ed è fuggita: abbiamo denunciato il fatto ai carabinieri»
«Mia figlia stava percorrendo il vialetto del parco di villa Eremo a Germanedo, quando un uomo l’ha aggredita alle spalle cercando di toccarle le parti intime».
A raccontare la vicenda che in questi giorni è stata al centro delle cronache locali è la mamma della ragazzina, di quasi 12 anni. Vista la delicatezza della questione, per evitare che la ragazzina venga individuata, non indichiamo il nome della mamma ed altri particolari che potrebbero portare al riconoscimento.
«Martedì pomeriggio, erano da poco passate le 14, mia figlia stava andando verso scuola, quando ha sentito una presenza che camminava alle sue spalle, non ci ha fatto caso più di tanto visto che comunque il parco è frequentato da tante persone che passeggiano - dice al mamma -. I passi sono poi diventati sempre più frettolosi, quasi di corsa, e all’improvviso quest’uomo l’ha presa alle spalle cercando di immobilizzarla e di toccarla. Mia figlia che è sveglia, ha iniziato a gridare e divincolarsi, considerato che il percorso in mezzo al parco è visibile dalla strada, l’uomo non aspettandosi questa reazione è scappato».
La ragazzina corre fino alla rotonda tra via Redipuglia e via Eremo, si ferma e telefona alla mamma raccontando del pedofilo che avrebbe cercato di farle violenza. «L’ho raggiunta subito e mi ha spiegato quello che era successo. Ho contattato i carabinieri, siamo andate al pronto soccorso. Eravamo molto spaventate - prosegue -. Più tardi i carabinieri sono venuti a casa per raccogliere la denuncia . Un carabiniere donna ha parlato con mia figlia mettendola a suo agio e facendosi raccontare tutto con calma. Raccolta la testimonianza abbiamo inoltrato la denuncia». L’uomo, stando alla descrizione della ragazzina, aveva un cappuccio e guanti, ed era alto attorno ad un metro e settanta.
Il racconto finisce sui social, sul gruppo di Facebook “Sei di Lecco se” e scoppia la polemica, con accuse incrociate verso l’autore del post, tacciato di raccontare fatti non veritieri per attirare l’attenzione. «Non era nostra intenzione creare discussione o attirare l’attenzione, ma volevamo avvisare gli altri ragazzini che frequentano il parco di Germanedo del rischio a cui potevano andare incontro. Mia figlia più grande ha usato un profilo Facebook con un nome camuffato per la delicatezza della questione, e perché non volevamo farci riconoscere. Volevamo avvisare di quanto era successo. Ci auguriamo che le forze dell’ordine individuino quest’uomo. Quanto alle polemiche sui social a noi non interessano».
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