Cronaca / Lecco città
Sabato 06 Febbraio 2021
Lecco. Metalmeccanici
Firmato il nuovo contratto
In busta paga aumenti medi superiori ai cento euro per tutti i livelli di lavoratori
Sindacati lecchesi soddisfatti per l’accordo, raggiunto in un momento difficile per l’economia e la politica
Il confronto è stato lungo e a tratti aspro, con una spaccatura che lo scorso 5 novembre ha portato le tute blu del Paese a incrociare le braccia per la lamentata impossibilità di ottenere riscontri dalla controparte. Alla fine, però, 15 mesi dopo la scadenza, il Contratto nazionale dei metalmeccanici è stato rinnovato.
La firma è arrivata ieri pomeriggio, al termine di giorni di discussione serrati ma – questa volta – costruttivi tra la parte datoriale (Federmeccanica e Assistal) da un lato e le organizzazioni sindacali dall’altra. Al termine, Fim, Fiom e Uilm hanno di che festeggiare, considerato il contesto complessivo nel quale il rinnovo si colloca: in piena pandemia, con una crisi economica mondiale e nel bel mezzo di una crisi di Governo.
A qualcosa hanno dovuto rinunciare, ma i risultati portati a casa – e che saranno sottoposti per l’approvazione ai lavoratori con assemblee che i sindacati auspicano di poter tenere nelle aziende senza incontrare resistenze – sono sicuramente importanti e andranno a interessare quasi 1,6 milioni di lavoratori. L’elemento centrale è naturalmente relativo agli aumenti salariali, che non saranno definiti in base all’inflazione ma che sono già definiti nell’impianto firmato ieri: superata la sperimentazione legata al modello dell’Ipca, i ritocchi saranno di 100 euro per il terzo livello, 107 euro per il quarto e 112 per il quinto.
«Se consideriamo le distanze che ci separavano dalla controparte in occasione del primo confronto, ma non solo, e il contesto generale, per i contenuti dell’ipotesi di accordo che abbiamo raggiunto si tratta di un risultato che potremmo definire storico – ha evidenziato Maurizio Oreggia, segretario generale della Fiom Lecco, membro della delegazione trattante a Roma -. Della nostra piattaforma abbiamo portato a casa tanto. Innanzitutto il tema centrale era quello del salario: abbiamo ottenuto un aumento del 6,2% sulla paga base, che va a incidere su tutti gli istituti (ferie, Par, Tfr, straordinari, ecc.) e che supera la sperimentazione che riconosceva i ritocchi l’anno successivo in funzione dell’inflazione».
Gli elementi qualitativi del contratto sono numerosi, dai paletti fissati per lo smart working alla formazione da effettuare in orario di lavoro fino alla conferma dei flexit benefit da 200 euro e alla ricontestualizzazione dell’inquadramento professionale, fermo al 1973. «Tutti questi risultati sono stati possibili grazie alla partecipazione e alla determinazione dei lavoratori, che con lo sciopero dello scorso 5 novembre hanno mandato un messaggio inequivocabile», ha concluso Oreggia.
Dal canto suo, Enrico Vacca (segretario generale Fim Cisl Mbl) parla di «evento sindacalmente ma anche politicamente importante, perché va a interessare oltre 1,5 milioni di famiglie. È stato un contratto difficile, forse quello più complesso da mezzo secolo a questa parte, quanto meno per il contesto generale. Assume dunque valore ancora maggiore, tanto più essendo un accordo unitario. Gli elementi di pregio sono tanti, non soltanto l’aumento salariale ma anche, ad esempio, l’inquadramento professionale. Su questa base potremo aprire nuovi confronti a livello aziendale. Nel complesso, come in tutte le trattative, abbiamo dovuto concedere qualcosa, ma i metalmeccanici finalmente hanno un contratto: ora porteremo la bozza nelle fabbriche per l’approvazione».
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