Lecco. «Meno burocrazia
Già un aiuto per le imprese»
L’edilizia: Sergio Piazza è il presidente dei costruttori: «Ci aspettiamo a breve una ripresa graduale dei cantieri»
«Più che le dimensioni sarà il tipo di cantiere e il modo in cui è strutturato a facilitare o meno la ripresa dell’attività in edilizia passata la prima emergenza coronavirus».
Il presidente di Ance Lecco e Sondrio, Sergio Piazza, guarda all’immediato futuro delle imprese iscritte e confida che arrivi presto la possibilità di «una ripartenza, sicuramente graduale, e ciò non solo per una questione economica ma anche per quell’aspetto psicologico che incide nel far percepire fiducia alla gente e nel far pensare che il mondo deve andare avanti». Gli imprenditori edili si aspettano che inizi a breve una ripresa graduale delle attività e rimandano, ci dice Piazza, la ripresa vera a quando ci sarà il vaccino, quindi al lungo periodo.
«Con nuove modalità e con tutte le precauzioni sanitarie del caso – afferma Piazza – è importante che le nostre imprese riprendano a lavorare. Per questo ci aspettiamo maggiori costi, sappiamo che dovremo organizzare più mezzi per il trasporto dei dipendenti per garantire le giuste distanze. Sappiamo che l’isolamento durerà per un po’».
Ora gli imprenditori edili si aspettano dal Governo una programmazione della ripartenza senza aspettare la fine dell’emergenza sanitaria. E si aspettano anche che l’emergenza porti finalmente a una vera semplificazione burocratica, «che non significa voler operare fuori dalle regole», afferma Piazza.
«Come abbiamo visto negli approvvigionamenti di mascherine e nella complessità delle domande per avere i bonus e la cassa integrazione – nemmeno l’emergenza coronavirus è riuscita ad abbattere certe barriere burocratiche. Ora la speranza è che i politici capiscano come sia importante semplificare per la ripartenza, ma se non lo si capisce nemmeno in un’occasione come questa possiamo considerare persa la battaglia contro la burocrazia».
A crisi finita il settore, in difficoltà da tempo e con la parte residenziale ora più esposta che mai a perdite stimate a livello nazionale in 122 miliardi nei prossimi tre anni e un crollo del 30% dei mutui casa, potrebbe scontare una nuova selezione con la chiusura imprese. «È un rischio – afferma Piazza – che c’è fra alcune aziende già in difficoltà. Ciò che si teme è che si inneschi ora quel processo per cui non si pagano i fornitori magari pur potendolo fare. Questo è il momento della responsabilità affinché si capisca che così facendo, magari per prudenza e tenersi risorse di riserva, si rischia di mettere in crisi il sistema. Con questo meccanismo – aggiunge Piazza – andrebbero in difficoltà anche aziende solide».
Sui rischi legati all’edilizia residenziale Piazza spiega che le imprese di Ance Lecco e Sondrio sono impegnate in percentuale ridotta, non oltre il 25%, sul settore in quanto in questi anni di crisi molte hanno riconvertito il lavoro su altri settori. La maggior parte fa perlopiù lavoro in conto terzi per grossi gruppi committenti e fa lavori pubblici, su cui da 3 anni si parla di sblocca cantieri e ancora non si è sbloccato nulla».
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