Cronaca / Lecco città
Domenica 12 Gennaio 2020
Lecco. Meccanica in difficoltà
«Nel 2020 non ci sarà il rilancio»
Il bilancio di Enrico Azzaro, segretario della Uilm: rallentamento complessivo, frenata della domanda
«La metalmeccanica lecchese ha chiuso l’anno con le note difficoltà, ma il 2020 non sarà un anno di rilancio: ci attendono dodici mesi di transizione, in attesa della ripresa».
A tracciare un bilancio delle condizioni di salute dell’economia lecchese è Enrico Azzaro, segretario della Uilm, che con i lavoratori delle aziende del comparto ha vissuto un anno contrastato, nel corso del quale sono tornate a far capolino difficoltà che si sperava (almeno fino all’estate 2018) di poter considerare superate.
«Dal secondo trimestre dello scorso anno si è registrato un rallentamento complessivo del sistema industriale lombardo che ha pesato in modo sensibile sull’asse Lecco-Bergamo-Brescia – ha commentato il sindacalista delle tute blu Uil -. Questo è dovuto a diversi fattori, uno dei quali è costituito dalla frenata della domanda dalla Germania. Del resto, un terzo del fatturato del manifatturiero lecchese è legato proprio al mercato tedesco, a testimonianza del fatto che le nostre imprese sono fortemente integrate come fornitori di prodotti intermedi e beni capitali. Quindi, se la produzione manifatturiera tedesca frena, le ricadute sulle esportazioni e sul valore delle lavorazioni sono impattanti».
Un altro elemento di criticità, secondo Azzaro, si rileva nel settore siderurgico ed è legato alla ciclicità della lavorazione e trasformazione dell’acciaio, che «spesso è anticipatrice degli andamenti congiunturali di molti profili industriali su grande scala, come l’automotive e i mezzi agricoli e di movimento terra, l’elettrodomestico, la cantieristica navale; a questo si sono aggiunte le politiche protezionistiche degli Usa, che hanno indotto Turchia e Cina a riversare i loro prodotti a basso costo sul mercato europeo».
Il sindacalista offre anche qualche dato alla discussione: la produzione di acciaio solo in Europa è scesa del 2,8% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, mentre quella mondiale cresceva del 3,9%. I riflessi sono arrivati inevitabilmente fin nel Lecchese. «Rodacciai, seppur riducendo i numeri annunciati di lavoratori coinvolti dalla cassa integrazione, ha fatto ricorso all’ammortizzatore sociale fino a metà marzo, mentre l’Arlenico ha chiuso l’anno con una gestione di fermate tecniche e scarico di ferie e “par” pregressi».
Difficoltà a cascata per tutto l’automotive, dove «la lavorazione e produzione di raccordi e bullonerie ha registrato una contrazione di fatturato. Significativo l’esempio della DA-TOR, che ha scelto di affrontare le difficoltà e ha aumentato gli addetti e gli investimenti in macchinari. Stessa cosa per IHI, multinazionale nipponica-tedesca di Cernusco-Verderio leader nelle lavorazioni di turbine».
L’anno appena iniziato, però, non sarà quello della ripartenza secondo il segretario Uilm.
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