Cronaca / Lecco città
Venerdì 30 Dicembre 2016
Lecco, l’operazione
e subito dopo la protesi
I neurochirurghi del Manzoni hanno adottato una nuova tecnica che presenta diversi vantaggi, la metodologia appena adottata consente di evitare al paziente un secondo intervento cranico
È stata la prima operazione di “cranioplastica one step” eseguita all’ospedale di Lecco. Sette ore di intervento su un paziente lecchese, di quarant’anni. Intervento eseguito a metà dicembre dai neurochirurghi Daniela Vismara e Carlo Cesana. In questi giorni il paziente sarà dimesso dall’ospedale.
One step, un unico passo, meglio ancora, tutto in una volta: il cranio viene aperto e, dopo l’atto chirurgico sul cervello, l’osso cranico (che per varie ragioni non è più utilizzabile) viene sostituito dalla protesi in plexiglass, senza bisogno di dover intervenire in un secondo momento (in genere a distanza di qualche settimana) per collocare la protesi. La descrizione della tecnica è piuttosto rozza ed è probabile faccia inorridire i chirurghi ma dovrebbe far capire cosa significa cranioplastica one step. Dopo questo primo intervento, la struttura di neurochirurgia del Manzoni - composta oltre che da Vismara e Cesana, da Gianluca Grimod, Michele Parolin, Maria Rosaria Verlotta, Marta Crespi e Francesco Guerrini - utilizzerà la tecnica one step in tutte le occasioni in cui servirà a rendere l’intervento chirurgico meno “pesante”.
In modo un po’ più puntuale, la tecnica one step prevede che, prima dell’operazione, venga realizzato un modello - in termini medici, un biomodello - del cranio del paziente (sulla base dei parametri raccolti con la Tac). E su questo venga compiuto l’atto chirurgico che consente di progettare con precisione la protesi cranica. Su tale progetto si costruisce uno stampo che viene portato in sala operatoria, dove i chirurghi replicano l’operazione realizzata sul biomodello, così da poter collocare la protesi cranica, che esce dallo stampo.
Nella tecnica tradizionale, la protesi viene impiantata in un secondo momento e richiede un nuovo intervento chirurgico che, in genere, viene effettuato almeno un mese dopo la prima operazione.
La tecnica di cranioplastica one step è stata ideata nel 1999 dal neurochirurgo dell’ospedale di Lecco Villiam Dallolio. Ed è resa possibile dallo sviluppo di tecniche e tecnologie come la prototipazione rapida eseguita con stampanti 3d.
Protocollo medico
In questi anni, la tecnica one step è stata esaminata, perfezionate e standardizzata secondo protocolli per essere poi utilizzata da vari presidi ospedalieri italiani.Come spiega Daniela Vismara, che è la responsabile del reparto di neurochirurgia del Manzoni, la tecnica one step ha più vantaggi: «Innanzitutto consente di effettuare un unico intervento chirurgico con benefici per il paziente, e anche su tempi e costi sulla struttura ospedaliera. Ma soprattutto si evitano sindromi da mancanza di protezione cranica e si evitano infiammazioni e infezioni. Inoltre, non vanno trascurati i vantaggi psicologici ed estetici per il paziente».
Dallolio aggiunge: «La fusione tra le immagini Tac del paziente e del biomodello consente di replicare con elevata precisione la craniotomia decisa nella fase pre-operatoria e di alloggiare con un perfetto incastro la protesi realizzata con lo stampo». Neurochirurgo, Dallolio si è inventato anche imprenditore con la Promev, attiva soprattutto nella produzione di protesi craniche (ne realizza una quarantina all’anno).
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