Cronaca / Lecco città
Domenica 08 Novembre 2020
Lecco. «Lo smart working
In tante imprese è strutturale»
Da soluzione nell’emergenza a opportunità, Dell’Era (consulenti del lavoro): «Le aziende studiano l’organizzazione per sfruttare al meglio lo strumento»
Da misura che può essere introdotta in modo unilaterale per contrastare i contagi da coronavirus, il lavoro agile si prepara a diventare anche in diverse fra le più strutturate imprese lecchesi una vera svolta nell’organizzazione del lavoro.
Un’evoluzione da governare fin da subito con accordi di secondo livello da ritagliare poi su misura negli accordi individuali che dal 2021 torneranno ad essere obbligatori dopo che, a partire dal 31 dicembre, non si potranno più inviare domande con procedura emergenziale semplificata (cioè senza accordo) per coronavirus.
Del tema si stanno occupando i sindacati, che vogliono far pesare di più le norme sullo smart working portandole dentro ai contratti nazionali di lavoro, e se ne occupano anche i consulenti del lavoro visto che sono chiamati dalle imprese a studiare piani di riorganizzazione che rendano lo strumento di utilizzo più strutturale.
In proposito l’Ordine dei consulenti del lavoro di Lecco ha organizzato per giovedì 19 un seminario online guidato da Andrea Rapacciuolo, avvocato, docente universitario e funzionario dell’Ispettorato nazionale del lavoro da oltre vent’anni, oggi in servizio part-time all’Ispettorato interregionale di Milano per attività di formazione del personale e di ricerca giuslavoristica.
«Come consulenti del lavoro – ci dice Matteo Dell’Era, presidente dell’Ordine di Lecco – ora per noi si fa più stringente il lavoro per coadiuvare le aziende in pianificazioni di smart working. Nel Lecchese l’esigenza e l’opportunità del lavoro agile sono sentite nelle imprese oltre gli 80-100 dipendenti, mentre lo è di meno nelle piccole imprese e ciò non perché queste non pensino ai lavoratori in termini di welfare e di benessere, ma perché nelle piccole imprese le esigenze reciproche si risolvono solitamente nel rapporto diretto fra imprenditore e dipendenti».
A Lecco i consulenti stanno ora promuovendo il lavoro agile in un percorso che coinvolga prima un livello culturale, per una valutazione delle esigenze di lavoratori e imprenditori, in un lavoro preparatorio che arrivi a un regolamento interno oppure, se in un’azienda ci sono i sindacati, a un accordo di secondo livello che ne normi l’utilizzo in modo orizzontale. Ciò prima di scrivere gli accordi individuali previsti per legge «ma che vanno realizzati – afferma Dell’Era - in modo da essere cuciti su misura per il lavoratore e per le necessità aziendali. Più si utilizza lo smart working e più, da entrambe le parti, se ne conoscono vantaggi e punti da correggere. Oggi tanti miei clienti stanno applicando lo smart working in modo emergenziale, ma già diversi fra loro si ripropongono di riconsiderare una nuova organizzazione sui prossimi mesi. Anche in questo caso mi riferisco ad aziende con un certo numero di dipendenti, organizzate con modello manageriale, con struttura, mentalità e anche capacità economica tipiche delle realtà più grandi».
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