Cronaca / Lecco città
Domenica 16 Maggio 2021
Lecco. Lite sul sì alla cava
«Ambientalisti solo a parole»
Dopo il via libera all’intervento di estrazione sul Magnodeno, piovono le critiche - «Un giorno di lutto per i lecchesi che vedono sfumare la possibilità di recuperare il monte»
E’ stato inizialmente un confronto serrato tra proponenti e contrari all’ipotesi, quindi si è sfiorato a tratti anche un lieve incidente diplomatico tra enti. Ma la battaglia che la questione cava del Magnodeno consegna politicamente agli atti è soprattutto la faida interna al centrosinistra, quel tutti contro tutti che conferma il doppio binario a sinistra sulle politiche territoriali.
Non è un caso che, all’indomani del via libera all’ampliamento del fronte di cavazione concesso venerdì a Unicalce dalla Conferenza di servizi, arrivino anzitutto le reazioni da sinistra. E, nonostante gli enti coinvolti nel sì fossero parecchi (da Ato alla Provincia, dalla Soprintendenza all’Ats), gli strali sono diretti soprattutto a Palazzo Bovara.
«Non ci sembra possibile che il Comune di Lecco, dopo aver ricevuto le osservazioni del comitato, abbia potuto esprimere parere favorevole – tuona Potere al Popolo - Non ci sembra possibile perché la maggioranza politica a Lecco è formata dal Pd (che dovrebbe avere residui di valori sociali e ambientali ancora vivi), da Sinistra cambia Lecco (che pensavamo attenta alla salvaguardia di un bene comune come quella parte di Magnodeno) e soprattutto di una forza politica come Ambientalmente che della difesa ambientale dovrebbe fare la sua bandiera».
E Rifondazione: «I dirigenti e gli amministratori del Comune, senza tener in alcun conto delle osservazioni fornite dalle associazioni e da Arpa sugli evidenti rischi ambientali, hanno ceduto ai cavatori fornendo un parere favorevole. Giorno di lutto quindi per una amministrazione che si era presentata con il suo candidato sindaco solo meno di un anno fa sulle ali dell’ambientalismo e della equosostenibilità sulle scelte urbanistiche. Giorno di lutto per i cittadini che vedono sfumare il recupero ambientale della nostra montagna».
A completare il quadro gli strali di ieri dell’ex candidato sindaco M5S Silvio Fumagalli contro AmbientalMente (anche in campagna elettorale non erano mancate le provocazioni contro «un certo ambientalismo di facciata»). Ma la frattura è tanto più profonda se si considera che buona parte del comitato è in fondo animato da tanti passati aderenti e simpatizzanti delle attuali forze di maggioranza in Comune. C’è ovviamente il segretario di Rifondazione Andrea Torri (che nel 2015 era candidato con la lista unitaria di sinistra capeggiata da Alberto Anghileri, settimana scorsa accolto con freddezza in piazza dal Comitato), e ad esempio Martina Corti (già referente Ambiente dei giovani dem). Insomma la sensazione è che l’area di centrosinistra locale si sia frantumata come e quasi più delle vecchie battaglie sull’acqua pubblica. Ricucire lo strappo stavolta (sia tra le varie sinistre, sia tra radicali e riformisti locali) sarà cosa assai difficile.
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