Lecco. L’industria inizia
a vedere grigio
A novembre l’Osservatorio di Confindustria registra un’alta quota di indicazioni di diminuzione - Le aziende metalmeccaniche segnalano dati meno penalizzanti rispetto a quelle tessili e degli altri settori
L’economia rallenta: tutti gli indicatori si segnalano in calo sul territorio lecchese, per le quali l’anno scorso si è chiuso con una inversione netta della tendenza.
Dunque, l’Osservatorio rapido sul mese di novembre realizzato dai Centro studi di Confindustria Lecco e Sondrio e Unindustria Como mette in evidenza una situazione contrastata, in cui le aziende del campione mostrano andamenti non omogenei ma in frenata rispetto al mese precedente.
Per tutti gli indicatori, ad eccezione di quello associato al fatturato per il quale si parla di un calo sensibile e generalizzato, il giudizio prevalente continua ad essere la stabilità. Tuttavia, si registra anche un’elevata quota di indicazioni di diminuzione che sono più del doppio rispetto ai casi di aumento.
Partendo dalla domanda, la stabilità indicata come predominante da una parte consistente delle aziende (circa una su due per Lecco e Sondrio) riguarda sia il mercato nazionale che quello internazionale, con ordini interni ed esterni sostanzialmente in linea con ottobre. Ma le indicazioni di riduzione incidono maggiormente rispetto a quelle di crescita.
A livello di ordini nazionali si registra stabilità per il 47,5% del campione, a fronte di una consistente diminuzione, indicata dal 35,6%. Segnali di aumento solo per il 16,9%. Sul fronte export, la stabilità e la riduzione arrivano quasi alla parità: le esportazioni risultano stazionarie per il 45,5% delle imprese e in rallentamento per il 40%, mentre in crescita per il restante 14,5%. L’andamento della produzione rispecchia quello della domanda: il quadro per il campione di Lecco e di Sondrio è stabile per oltre la metà delle imprese (51,9%), ma, in caso di variazione, la diminuzione (37,0%) è segnalata più frequentemente dell’aumento (11,1%).
All’interno del campione sono rilevabili alcune differenze in base ai settori considerati: le aziende metalmeccaniche risultano aver vissuto globalmente una minor contrazione rispetto a quelle tessili (le più penalizzate) e a quelle degli altri settori. Il grado di utilizzo medio della capacità produttiva si attesta al 78,4%, in linea con quanto esaminato in precedenza (78,9% in settembre).
Considerando i settori merceologici, la quota di impiego degli impianti di produzione si attesta a 78,8% per le realtà metalmeccaniche, a 79,5% per le aziende degli altri settori e al 73,8% per le imprese tessili.
La nota più negativa dal terzo indicatore: la diminuzione è infatti il dato segnalato dalla quota maggiore delle aziende su tutti e tre i territori. I dati delle imprese lecchesi e sondriesi mostrano, nel 44,8% dei casi, un rallentamento del fatturato. Situazione stazionaria per il 32,8% e aumento delle vendite solo per il 22,4%.
In relazione infine alle previsioni, le aspettative delle nostre aziende per le prossime settimane sono improntate alla stabilità in due casi su tre (66,7%). Si attende un miglioramento solo il 10%
del campione, mentre l’orientamento è contrario per il 23,3%.
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