Lecco. «L’ex Leuci
non ci interessa più»
Passo indietro dell’azienda valtellinese che si era detta interessata ad acquisire la grande area. Il sindaco: «Non so nulla di trattative. Pensiamo alla bonifica: abbiamo messo la proprietà spalle al muro»
La Tmc (azienda edile) non compra. Il responsabile della ditta di Teglio, Stefano Tornadù, non ha più intenzione di fare una proposta alla “Dal Lago”, la società proprietaria dell’area dismessa della Leuci. L’imprenditore si limita a dichiarare: «È passato troppo tempo da quando avevamo chiesto la bonifica dell’area. Non siamo più interessati, grazie. Noi facciamo un passo indietro. Non ci interessa più».
Chiaro e conciso. Altro non vuole aggiungere, l’imprenditore valtellinese, ma è chiaro che i ritardi legati alla bonifica dell’amianto, tra gli altri problemi, lo hanno definitivamente convinto a cambiare aria. “Off records” fa intendere che se qualcosa si è mosso, con la presentazione del piano di bonifica da parte della proprietà, è perché qualcuno si sarebbe fatto avanti con la proprietà. Cosa tutta da valutare, perché al momento nessuno è informato di un’eventualità del genere.
Tanto che lo stesso sindaco Virginio Brivio, interrogato su questa possibilità, ribadisce: «Non so nulla di altri possibili compratori. E penso che se si è mosso qualcosa è perché c’è una procedura penale in corso. Un po’ di sana paura l’azienda l’ha avuta. Un’ordinanza sindacale e due denunce penso che avrebbero fatto preoccupare, e muovere, chiunque. Questo è il motivo per il quale la proprietà si è decisa a prendere in considerazione la bonifica». Brivio ribadisce: «La “Dal Lago” mi sembra non abbia avuto nessun cambiamento».
A proposito della bonifica, però, il piano proposto dalla proprietà sarebbe nelle mani dell’Ats che avrebbe chiesto degli aggiustamenti soprattutto per garantire la sicurezza dei lavoratori che provvederanno alla rimozione dell’amianto. Il che potrebbe cambiare ancora le carte in tavola. E potrebbe far scattare, nel frattempo (soprattutto nell’ipotesi che il piano presentato non fosse totalmente idoneo), una sorta di “sequestro” o commissariamento da parte del Tribunale: «Il 1° febbraio potrebbe scattare un “sequestro” temporaneo dell’area per far compiere le operazioni di bonifica a spese del privato. Potrebbe essere nominato un commissario “ad acta”, di fronte all’inadempimento delle ordinanze. Non so, però, se scatterà o meno, perché dipende dall’Ats decidere se il piano proposto è valido o no».
Sequestro non è il termine giusto, forse. Ma la sostanza è quella: «Non so dire cosa proporrà la Procura, ma è certo che se farà un atto assimilabile a un sequestro è per far compiere la rimozione dell’amianto a spese di chi non ha adempiuto». In soldoni il Comune non dovrà tirare fuori un euro per questa bonifica: «Proprio così. Sarà tutto in capo al privato, sia che la bonifica sia fatta attraverso il piano presentato, sia dovesse inserirsi nella procedura la Procura, anche perché una proprietà c’è e non siamo di fronte a un fallimento. Ci sono tutti gli elementi di responsabilità e di imputazione molto chiari».
Insomma, ci sono tante incertezze sul futuro dell’area Leuci, ma anche una certezza: con le buone o con le cattive, la zona sarà “amianto free” entro poche settimane. I responsabili della ditta incaricata, la Coimperzeta di Mariano Comense, si dicono pronti a entrare in azione già settimana prossima. Ma domani si saprà cosa vorrà fare il Tribunale.
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