Lecco. «L’edilizia soffre
anche a causa della burocrazia»
Dura presa di posizione dell’imprenditore Mario Sangiorgio, past president di Ance Lecco e Sondrio: «Serve un approccio più snello con le Pubbliche amministrazioni, il settore edile soffre ancora la crisi»
Doveva essere il tradizionale momento di benvenuto in cui il presidente accoglie i soci prima dell’inizio dei lavori dell’assemblea, ma il clima di sfiducia percepito tra gli imprenditori ha portato Sergio Piazza, presidente di Ance Lecco Sondrio, a stravolgere il programma dei lavori, rinunciando a illustrare la relazione preparata, improntata a un pragmatico ottimismo, per lasciare spazio invece a un vero e proprio grido d’allarme: basta con la burocrazia, basta con leggi che non vengono rese strutturali, basta con gli attacchi a una categoria che oggi rappresenta un terzo del Pil lombardo.
Una dura presa di posizione che trova il sostegno di Mario Sangiorgio, past president dell’associazione, imprenditore attivo nel settore dell’edilizia e del calcestruzzo: «La forbice tra quanto le imprese chiedono e quello che viene realmente fatto va sempre più allargandosi. Abbiamo sempre più bisogno di sburocratizzazione e di un approccio più facile con le pubbliche amministrazioni: sappiamo che queste difficoltà sono spesso figlie della legge Bassanini che ha tolto forza alla politica, ma non si può dimenticare che dall’inizio della crisi il settore ha perso il 40% delle imprese e degli addetti». Aziende che sono ormai stanche e costrette a muoversi su orizzonti non più solo locali per sopravvivere: «Nel nostro settore – continua Sangiorgio – non si può certo parlare di ripresa: i dati di 10 anni fa sono lontanissimi, il mercato della casa soltanto adesso sta ripartendo. Dai dati di vendita del calcestruzzo emerge come Lecco stia facendo più fatica degli altri territori. A Varese si registra un aumento del 40%, con investimenti anche nel residenziale, a Como e in provincia di Sondrio c’è una leggera crescita. Milano invece continua a vivere un momento magico, di fatto non ha mai avuto una crisi del residenziale, grazie anche a progetti di sviluppo mirati».
Per Sangiorgio è necessario che la politica abbia una visione più attuale: «Dobbiamo fare i conti con un prodotto, la casa, che oggi è di proprietà per l’85% degli italiani, inoltre abbiamo un patrimonio edilizio vecchio che nessuno vuole più e che senza incentivi statali nessuno avrà interesse a sistemare. In più abbiamo il fardello della burocrazia e tempi lunghi per l’approvazione dei progetti, fattori che costringono gli imprenditori e capire con 3-4 anni di anticipo cosa il mercato chiederà».
Per il presidente dell’ordine degli ingegneri di Lecco Gianluigi Meroni «purtroppo si è sempre cercato di evitare che qualcuno eluda le regole varando regole ancora più complesse, a discapito solo di chi le rispetta. Il quadro normativo invece deve essere chiaro e semplice anche per alimentare una fiducia sociale in tutti gli operatori del settore. Le energie e le risorse siano piuttosto investite nei controlli e nel creare nuovi modelli per affrontare le sfide del futuro».
Il segretario del consiglio nazionale degli ingegneri Angelo Valsecchi auspica una svolta in senso sussidiario: «Bisognerebbe delegare ai professionisti la possibilità di autocertificare sulla base di indirizzi dati dalle amministrazioni pubbliche a cui spetterebbe poi il compito di effettuare i controlli. Il problema è che oggi si inizia con una normativa e si finisce con un’altra».
© RIPRODUZIONE RISERVATA