Cronaca / Lecco città
Giovedì 18 Febbraio 2016
Lecco. Lavoro: dati positivi
Ma il sindacato è cauto
Cala anche il ricorso alla cassa integrazione, i dubbi della Cgil: «Temiamo che con le nuove regole nei prossimi mesi aumenti il numero dei licenziati»
All’indomani della diffusione dei dati Inps 2015 sull’occupazione, con saldo positivo a livello nazionale per quasi 800mila posti a tempo indeterminato di cui 150mila col jobs act, è in atto «una leggera inversione di tendenza, ma senza segnali forti capaci di mostrare che la riforma del lavoro, col jobs act, ha portato stabilizzazione nell’occupazione».
La pensano così i sindacalisti lecchesi di Cgil e Cisl secondo cui il nuovo anno porterà a Lecco nuovi licenziamenti causati dalle nuove difficoltà dell’economia generale e favoriti dal crollo delle agevolazioni della decontribuzione, che nel 2016 sugli attuali 8.060 euro subiranno un taglio del 40%. Ciò al netto dei casi più noti giunti a un bivio.
Per ora tuttavia i dati congiunturali diffusi dalla Camera di commercio indicano che fra gli imprenditori dell’industria e dell’artigianato tornano positive sul 2016 le aspettative di nuove assunzioni, al contrario delle previsioni delle imprese del commercio, accanto a un calo delle ore totali di cassa integrazione autorizzate dall’Inps (-39,2%, per 8,4 milioni di ore), ma anche, nel 2015, a un saldo negativo fra nascita di nuove imprese (334) e cessazioni (428).
Secondo il segretario generale della Cgil Wolfango Pirelli «sui contratti a tutele crescenti parliamo di numeri contenuti. È vero – aggiunge – che la maggior parte dei contratti stipulati col jobs act sono conseguenza di trasformazioni di precedenti contratti di collaborazione precaria, e perciò in grado di dare ferie, maternità e altro a giovani che prima non avevano tutto ciò. Ma è evidente – aggiunge – di quanto il vantaggio sia relativo, visto che a fronte di queste nuove risposte di copertura aggiuntive la riforma ha tolto la tutela fondamentale, avendo concesso alle imprese maggiori possibilità di licenziare».
Tuttavia, per quanto esiguo in quanto la crescita economica non è tale da far volare le assunzioni, l’aumento dell’occupazione c’è stato ed è stato trainato dalla decontribuzione, visto che l’impennata di assunzioni col jobs act c’è stata solo in novembre e dicembre, in vista del taglio delle agevolazioni sul 2016.
«Sì – conclude Pirelli – tuttavia sul totale solo il 61% delle nuove assunzioni a tutele crescenti ha, di fatto, utilizzato la decontribuzione, Pensiamo, ad esempio, alla trasformazione dei contratti d’apprendista, per i quali la decontribuzione passando al jobs act non c’è. Significa che più che gli sgravi, a muovere gli imprenditori verso il jobs act è la futura possibilità di licenziare con più facilità. Ora, fermo restando il problema di reperimento di future risorse per finanziare le decontribuzioni, sul nuovo anno e sul 2017 gli sgravi saranno inferiori e a Lecco potremmo vedere una crescita di licenziamenti anche grazie al nuovo strumento».
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