Cronaca / Lecco città
Sabato 03 Ottobre 2020
Lecco. L’acciaio fa fatica
I numeri sono in calo
L’analisi di Siderweb a “Mercati e Dintorni”, l’output è sceso del 18% ad aprile e del 23% ad agosto - Hanno fatto eccezione la banda stagnata e le lamiere
L’interscambio di prodotti piani di acciaio fa fatica: nei mesi scorsi, il calo causa Covid si è registrato sia nell’import che nell’export. E in prospettiva anche il 2021 potrà far registrare qualche difficoltà per le nostre aziende.
A testimoniare la complessità della situazione che ormai si trascina dalla primavera sono le cifre esposte in occasione dell’approfondimento “Mercati & Dintorni”, che Siderweb ha organizzato per approfondire il tema “Prodotti piani in acciaio al carbonio: le prospettive per il mercato italiano”.
Il nostro Paese vanta ha una produzione di 9,72 milioni di tonnellate di prodotti piani (di cui ne esporta 5,7 milioni) e importazioni per 9,67; siamo quindi importatori netti di questo prodotto. A fronte di un calo della domanda, dovuto al forte rallentamento dei settori utilizzatori registrato nel primo semestre 2020 (automotive e costruzioni in primis), l’output nazionale di prodotti piani si è contratto tra gennaio e aprile del 18,2%, tra maggio e agosto del 23,6% su base annua (fonte Federacciai). Anche le importazioni di laminati piani hanno registrato un forte calo: nei primi sei mesi dell’anno si sono ridotte, in totale, del 29,1% tendenziale, fermandosi a 3,8 milioni di tonnellate. Hanno fatto eccezione solo la banda stagnata (+5,1% con 350mila tonnellate) e le lamiere (+1,3% con 153mila tonnellate).
Determinante, in questo quadro, sarà il rimbalzo previsto a inizio 2021 con una variazione positiva dei livelli di attività dei settori utilizzatori. L’anno prossimo «il comparto della produzione di laminati piani crescerà a un ritmo maggiore rispetto a quello dei prodotti lunghi. Ciò potrebbe creare un problema in Italia dal lato dell’offerta - ha dichiarato Gianfranco Tosini, analista dell’Ufficio Studi Siderweb -, viste le difficoltà e le incertezze sui livelli produttivi del principale player nazionale di laminati piani».
Il riferimento è ad ArcelorMittal Italia, che «in base al piano industriale presentato alcuni mesi fa, nel 2021 non potrà espandere più di tanto la produzione di acciaio a causa di vincoli ambientali ed impiantistici. A ciò va aggiunto l’aggravamento della situazione economica della società, causata dal calo di redditività della gestione industriale, che ha provocato una perdita di 866 milioni di euro nel 2019. E in perdita dovrebbe chiudere anche nel 2020 a causa degli effetti della pandemia. Se ciò si verificasse, per l’azienda potrebbe sorgere la necessità di ricapitalizzazione della società (almeno 1,5 miliardi di euro)».
L’endemica necessità nazionale di importare prodotti piani, unita al possibile calo o alla mancata crescita della produzione interna, «spingerà le imprese che utilizzano laminati piani - ha previsto Tosini - a ricercare altri fornitori, soprattutto all’estero dove esiste una sovraccapacità produttiva, in particolare nell’area asiatica».
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