Lecco. La crescita si è fermata
Ma il trend degli ordini va bene
La congiuntura: Unioncamere segnala uno stop nell’andamento della produzione dell’industria, buona la domanda estera, preoccupa quella interna
Uno zero tondo è il dato della crescita della produzione industriale lecchese nei primi nove mesi dell’anno. Così Lecco - secondo l’ultima indagine congiunturale di Unioncamere Lombardia - è fra le uniche tre province lombarde che nel periodo hanno segnato crescita nulla o un calo della produzione.
Guardando ai primi nove mesi di quest’anno, la crescita registrata (+1,3%) è inferiore rispetto al periodo gennaio-settembre dell’anno scorso (+1,5%).
Nel confronto fra province a far peggio di Lecco sono solo Como (-2,3%, il dato peggiore della Lombardia) e Cremona (-1,8%), mentre le province più dinamiche sono Pavia (+2,6%) e Lodi (+4%), in un rallentamento della crescita che tuttavia ha interessato tutta la regione e un po’ tutti i settori.
A crescere molto poco sui nove mesi sono Varese (+0,1%) e Sondrio (+0,4%), mentre a fare meglio della media con Pavia e Lodi sono anche Monza (+1,7%), Milano (+1,8%), Brescia (+1,9%), Bergamo (+2%), e Mantova (+2,2%).
I dati sono frutto dell’indagine periodica su un campione di oltre 2700 imprese manifatturiere di cui 1.595 industriali e 1.189 artigiane.
A livello regionale si interrompe un trend positivo che ha segnato diversi trimestri, «ma ciclo delle scorte - spiega una nota di Unioncamere -, aspettative e ordini esteri apportano elementi di positività che attenuano i rischi di rallentamento per il prossimo trimestre».
Però «preoccupa la debolezza della domanda interna». Restano positivi gli ordini esteri (+1,6% congiunturale) e il fatturato (+0,8%), ma sono fermi gli ordini interni, che segnano una variazione congiunturale nulla. Sul fronte occupazionale «si sono esauriti gli effetti positivi degli incentivi sull’occupazione con un incremento delle uscite e una riduzione degli ingressi», mentre diminuisce il ricorso alla cassa integrazione. E anche se migliorano le aspettative sulle prossime settimane, per domanda interna e occupazione i saldi restano in area negativa.
Considerando il terzo trimestre dell’anno si registra un rallentamento rispetto allo stesso trimestre dell’anno scorso della crescita della produzione industriale (+0,4%) e una leggera flessione (-0,2%) rispetto al secondo trimestre 2016.
Per quanto riguarda i settori, la dinamica tendenziale (anno su anno) registra perlopiù segni positivi. A crescere di più è la siderurgia (+3,7%), col legno-arredo (+2,8%) e i minerali non metalliferi (+1,1%), settori che segnano un po’ di risveglio di settori legati all’edilizia. Segno positivo anche per la gomma-plastica (+0,9%), i mezzi di trasporto (+0,6%), la meccanica (+0,3%), la chimica (+0,2%) e l’abbigliamento (+0,1%). A perdere sono le pelli calzature (-6,2%), gli alimentari (-1,1%), il tessile e industrie varie (-0,9%), oltre alla carta-stampa (-0,4%).
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