Cronaca / Lecco città
Martedì 11 Maggio 2021
Lecco, Intesa Ue sul vino annacquato
«Non esiste, tanto rumore per nulla»
L’esperto Giacomo Mojoli spiega la polemica nata sull’ipotesi di dealcolizzazione: «Clamore inutile da parte di associazioni e partiti, l’Europa non ha mai pensato a questa misura»
E’ scoppiata in questi giorni la polemica sulla presunta intenzione, da parte degli organismi europei, di consentire la produzione di un vino poco o per nulla alcolico. Si è parlato di un vero o presunto documento della presidenza del Consiglio dei Ministri Ue in cui viene affrontata la pratica di dealcolizzazione dei vini aggiungendo persino acqua.
L’alzata di scudi da parte del mondo italiano del vino è stata immediata ed è stata rimandata al mittente una pratica che per molti viticultori appare come una bestemmia. La questione però appare piuttosto confusa. Gli organismi europei, a fronte di un clamore inatteso, hanno per esempio precisato che nessuno si è mai sognato di pensare di poter consentire di aggiungere acqua al vino.
Di fronte a tutto questo abbiamo voluto sentire Giacomo Mojoli che da qualche decennio si occupa di vino e che da anni tiene delle consulenze in merito in Puglia, Veneto e Franciacorta.
A Mojoli abbiamo chiesto innanzitutto cosa ci sia di vero in tutta questa polemica e se sia in corso una sorta di attentato contro i viticultori italiani: «Premesso che le questioni legate al mondo del vino ed ai nuovi scenari che si possono venire a creare nel futuro sono molto importanti e meritano attente riflessioni da parte delle istituzioni, delle associazioni e del mondo del consumo, quello che ha destato stupore in questi giorni è il polverone sollevato attorno ad una problematica di cui non era stata data notizia».
«Chi avesse voluto approfondire la questione ed avesse consultato i media europei, non avrebbe trovato alcuna comunicazione relativa ad un futuribile vino analcolico o addirittura annacquato. Mi ha stupito il metodo di alcune associazioni, di politici di destra e di sinistra e di comunicatori inesperti, che hanno rilasciato dichiarazioni senza informarsi».
Tanto rumore per nulla insomma, ma qualche interrogativo è lecito porselo: «L’Europa non ha preso in considerazione in questi giorni il tema legato al vino. Di più, la questione va affrontata con metodi e visioni aggiornate rispetto a quelle usate nelle ultime ore. Va detto, infatti, che il mondo del vino non avrebbe problemi da porsi nel caso si decidesse di produrre “vino” senza alcol. Sarebbero mercati completamente diversi. E’ ovvio, e lo dice uno che si occupa di vino da quarant’anni, che vanno difese le identità dei territori, le produzioni vinicole di qualità ed il mondo agricolo. Questo però non ci deve impedire di avvicinarci a questi nuovi prodotti con una visione moderna».
C’è bisogno quindi di un approccio più ragionato e consapevole: «In un mondo complicato come il nostro, in cui le notizie ci sommergono, dobbiamo imparare a ragionare a fronte di comunicazioni chiare ed ufficiali, per non creare allarmismi del tutto ingiustificati. Del resto quanto accaduto in questi mesi di pandemia, in cui tutti o quasi erano diventati virologi ed avevano le soluzioni in tasca, qualcosa dovrebbe pur averci insegnato».
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