Cronaca / Lecco città
Giovedì 04 Febbraio 2021
Lecco. Infortuni sul lavoro
Sono raddoppiati i mortali
I dati Inail certificano per lo scorso anno state dieci vittime sul lavoro. Erano cinque nel 2019
Gli infortuni sul lavoro sono complessivamente diminuiti, durante il 2020, ma, nonostante la pandemia abbia ridotto in modo esponenziale le ore lavorate, gli incidenti mortali sono aumentati, anche al netto dei casi Covid.
Nel corso dello scorso anno, in base alle denunce presentate all’Inail in provincia di Lecco si sono verificati 3.204 sinistri sui luoghi di lavoro o sulla strada che porta da casa in azienda (o in ufficio, o in negozio) e viceversa (sono gli infortuni definiti in itinere). Nel 2019 il totale era stato pesantemente superiore: 3.707 gli eventi denunciati all’Istituto (quindi, si è registrato un calo superiore ai cinquecento casi). Restando al solo mese di dicembre, nel 2020 si sono registrati 225 infortuni, mentre l’anno precedente erano stati 259.
«A livello annuale si tratta di oltre cinquecento denunce in meno, ma a incidere in modo sostanziale su questa decrescita è sostanzialmente il fatto che la pandemia ha ridotto pesantemente le ore di lavoro effettuate nel 2020 – commenta Enzo Mesagna, membro della segretario territoriale della Cisl Monza Brianza Lecco -. Purtroppo c’è ancora un forte numero di situazioni che hanno determinato questi numeri, dietro ai quali ci sono persone. Questo non bisogna dimenticarlo, a maggior ragione quando si parla di infortuni importanti».
A questo proposito, le denunce per infortunio mortale rispetto al 2019 sono raddoppiate, passando da 5 a 10. Un aumento del 100% che preoccupa per una serie di motivi. Si registra infatti non soltanto in relazione a lavoratori che hanno contratto il Covid sul posto di lavoro (eventualità che comunque è in fase di accertamento da parte dei tecnici dell’Inail): al coronavirus sono infatti relative tre delle dieci denunce. Ciò significa che, a prescindere dalla pandemia e nonostante essa (considerate le minori ore lavorate), a perdere la vita sono state in ambito professionale due persone in più nel confronto con l’anno precedente.
«Il tema della prevenzione e della sicurezza è più che mai attuale a prescindere dall’aspetto del Covid – ha aggiunto Mesagna -, che ovviamente aggrava una situazione già di per sé allarmante. È una questione culturale: bisogna lavorare in modo costante e continuo, affinché si possa fare davvero questo salto di qualità. Bisogna intervenire in modo forte in tutti i contesti, non solo in fabbrica ma anche a scuola, nelle case, sulle strade, perché molti infortuni avvengono in itinere».
La tendenza è diffusa praticamente ovunque, in Lombardia, dove il totale di infortuni con esito mortale è stato nel 2020 di 256, contro i 171 del 2019.
In crescita il dato in tutti i territori, anche in modo consistente (ad esempio a Bergamo, da 20 a 50, con il Covid a rivestire in questo senso un ruolo importante). Solo Como (sono rimasti 6) e Monza Brianza (diminuiti, da 14 a 8) hanno fatto registrare situazioni differenti.
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